Nel suo computer la Polizia Postale aveva trovato una cartella contenente 287 file con immagini di bambine in pose osé o costrette ad avere rapporti sessuali con adulti. Per lui, un uomo sulla trentina residente ad Ariccia, ai Castelli Romani, era scattata l’accusa di detenzione di materiale pedopornografico unita al fatto di aver diffuso sul web una di queste foto. Al termine del processo però, nonostante il PM avesse richiesto una condanna a 4 anni, la sua pena è stata ridotta a otto mesi. Vediamo perché.
La condanna
Lui si è sempre difeso sostenendo di aver scaricato inconsapevolmente quel materiale. Una tesi che, come riporta stamani il Messaggero, alla fine è stata accolta dal Giudice. Pertanto il 30enne è stato condannato, pena sospesa, soltanto per pornografia virtuale, una fattispecie minore.
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Le indagini
I fatti contestati, ad ogni modo, risalgono allo scorso anno. A febbraio 2021 la Polizia Postale, seguendo una traccia lasciata in rete qualche anno prima, aveva effettuato una perquisizione a casa dell’uomo. Qui, all’interno di un computer in uso all’imputato, è stata ritrovata una cartella con ben 287 foto ritraenti minori abusate o in pose ammiccanti. A quel punto per il giovane – che aveva poi scelto il rito abbreviato – era scattato il rinvio a giudizio con le accuse di diffusione e detenzione di materiale pedopornografico. E oggi è arrivata la condanna anche se per un reato minore.