E’ finita l’era di Nicola Zingaretti alla Regione Lazio. Come annunciato ieri, l’ormai ex (di fatto) Presidente, eletto alla Camera dei Deputati con il Partito Democratico, ha rassegnato le sue dimissioni rimettendo così il mandato. Ma cosa resta di questi anni? Il bilancio, secondo Zingaretti, è positivo in tutti i sensi dato che nel lasciare l’incarico ha sottolineato i traguardi raggiunti, anche sotto il profilo economico, sotto la sua Amministrazione.
Le dichiarazioni di Zingaretti dopo le dimissioni
Nicola Zingaretti ha parlato ieri nel suo intervento in occasione dell’udienza del giudizio di parifica del rendiconto regionale per l’esercizio finanziario 2021 dinanzi alla Sezione di controllo per il Lazio della Corte dei Conti. Il suo mandato alla ‘guida’ della Regione Lazio era iniziato oltre 9 anni fa:
“Nel 2012 il debito commerciale della Regione Lazio era 13,4 miliardi di euro. Ecco, quella stagione di debiti e dissesto finanziario e amministrativo è oggi alle nostre spalle. Non abbiamo più 700 milioni di disavanzo sanitario come nel 2013, ma bilanci in attivo”
Nel suo intervento, riportato dall’agenzia Dire, Zingaretti ha menzionato che il Lazio “è diventata una delle Regioni più veloci nei pagamenti” soffermandosi poi sul capitolo sanità.
La sanità laziale
“Non abbiamo più una sanità commissariata, ma bilanci sotto controllo e progressivo aumento della qualità delle cure – ha dichiarato l’ex Governatore – nell’ultimo rilevamento, poche settimane fa, la Regione Lazio ha raggiunto 225,5 punti, superando di 40,5 punti il livello minimo previsto in tutte e tre la Aree (Prevenzione, Territoriale, Ospedaliera)”. Per Zingaretti “è anche in virtù di questo percorso di risanamento e miglioramento della sanità regionale che abbiamo potuto affrontare con efficacia la difficilissima sfida del Covid”.
“Lasciamo una Regione migliore”
Verso le elezioni Regionali del Lazio 2023
La notizia, ad ogni modo, proietta la Regione direttamente alla consultazione elettorale che ci sarà tra poco quando gli elettori saranno chiamati a scegliere il suo successore. Non a caso, in queste ore, ferve l’attività nei partiti per delineare mosse e contromosse. Tra i nomi per il centrosinistra per il dopo Zingaretti avrebbero dato la disponibilità a prendere parte alle primarie – ora non più scontate – Alessio D’Amato (lanciato da Azione e Italia Viva) e Daniele Leodori, oltre alla consigliera regionale Marta Bonafoni. Il Movimento 5 Stelle però, che con Zingaretti hanno condiviso il percorso in questi ultimi anni (avendo peraltro anche Assessori in giunta), sembrerebbe essere pronto a correre per conto proprio. I grillini, infatti, troverebbero attualmente una pesante spaccatura sul piano dei termovalorizzatori a Roma e la gestione “luce e ombre” del presidente Mario Falconi nel X Municipio. Senza contare che un campo largo esteso anche a Calenda e Renzi è pressoché irrealizzabile. Tutto da decidere anche nel centrodestra, dove la scelta del candidato presidente alle elezioni regionali nel Lazio dovrebbe spettare a Fratelli d’Italia: la fumata bianca però ancora non è arrivata.
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