Poste Italiane, attraverso il proprio sito Internet, ha annunciato il blocco dei crediti inerente al Superbonus 110%. La società avrebbe infatti congelato tutte le recenti acquisizioni fatte sulla questione. A pesare sulla repentina manovra delle Poste Italiane, le recenti sentenze emesse dalla Cassazione in fatto di sequestri in caso di frodi. Un’iniziativa che è stata presa anche da altre filiali bancarie, come nel caso della banca Intesa Sanpaolo, che non accetta più domande legate al Superbonus 110%.
Il blocco dei crediti sul Superbonus 110%
Nuovo stop alla cessione del credito da parte di Poste spa. Nel giorno in cui i dati sull’utilizzo del Superbonus fanno segnare un nuovo record, l’istituto avverte con un comunicato sul sito che non si accettano più nuove pratiche. Secondo quanto segnalato dai nostri lettori anche Banca Intesa non sarebbe più disponibile a nuove operazioni. Di fatto quindi siamo nuovamente di fronte ad un blocco del mercato sul quale probabilmente hanno pesato anche le recenti sentenze della Cassazione sul diritto da parte dell’Amministrazione finanziaria al sequestro dei crediti in caso di indagini su possibili frodi, a prescindere da eventuali comportamenti non corretti da parte del cessionario stesso.
Da questo pomeriggio, dunque, sul sito di Poste nella pagina dedicata al Superbonus campeggia un laconico comunicato: “Il servizio di acquisto di crediti d’imposta è sospeso per l’apertura di nuove pratiche. È possibile seguire l’avanzamento delle pratiche in lavorazione e caricare la documentazione per quelle da completare.” Il blocco, dunque, riguarda tutti i bonus. Poste Italiane peraltro era uno dei pochi istituti ad offrire ancora questa possibilità, insieme a banca Intesa, seppur con costi più elevati rispetto al passato. Nessuna indicazione ufficiale ancora da Intesa, anche se, come detto, abbiamo ricevuto proprio nelle scorse ore segnalazioni dai lettori dell’impossibilità di presentare nuove pratiche.
L’azione della Cassazione
D’altra parte sono della scorsa settimana cinque sentenze della Cassazione con le quali la Corte ha confermato la possibilità per l’Amministrazione finanziaria di effettuare il sequestro dei crediti in capo al cessionario nel caso in cui venga avviata una procedura per un sospetto di frode. Una delle sentenze ha riguardato un ricorso proprio da Poste, mentre le altre hanno respinto i ricorsi di Cassa Deposti, Illimity Bank, Groupama e Banco Desio e della Brianza.
La Cassazione nella sostanza in tutte le sentenze ha sostenuto che se si registra una frode il sequestro dei crediti è sempre ammesso, a prescindere dal fatto che il cessionario abbia qualche responsabilità nella frode stessa e quindi anche se i cessionari sono del tutto estranei al reato e se, nell’acquistarli, hanno agito con buona fede. Il problema del sequestro dei crediti era già emerso nei mesi scorsi, poco dopo le denuncia delle frodi e dei crediti incagliati anche per questo. Il mondo bancario aveva chiesto subito chiarimenti e garanzie a tutela della buona fede dei cessionari. Ora che la questione si è risolta in modo contrario alle attese è difficile ipotizzare una ripresa breve del mercato con le regole attuali.
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