La tirocinante di 20 anni violentata all’Umberto I di Roma da un infermiere riprende in mano la sua vita e torna a lavorare in ospedale. Marta è tornata anche alle lezioni universitarie. E’ passata solo una settimana dalla violenza subita dentro uno sgabuzzino del reparto di Urologia dell’ospedale romano ma Marta è pronta a ricominciare.
La tirocinante torna all’Umberto I e all’Università
La 20enne è tornata all’Umberto I e a lezione una settimana dopo aver vissuto l’incubo. Il 27 ottobre scorso si è presentata in pronto soccorso denunciando un infermiere di 55 anni di averla stuprata durante la notte nel reparto di Urologia. “Non consentirò a un mostro di cambiare i miei progetti, la mia vita”, ha detto la ragazza, come si legge su Repubblica. Torna così a lavorare nei reparti dell’ospedale insieme ai suoi colleghi di Infermieristica.
L’infermiere che ha abusato di lei è stato sospeso dal servizio, denunciato per violenza sessuale notificata dalla polizia. Ora è a casa, ma non in carcere. “Sono sorpresa del mancato arresto del violentatore della mia assistita – dice l’avvocata di Marta, Carla Corsetti, come riportato su Repubblica – che, secondo quanto ho appreso dalla polizia, avrebbe già commesso abusi in passato e potrebbe reiterare il reato. È per questo che ho chiesto al pubblico ministero di fissarmi un appuntamento, voglio capire. E spero che già domani (oggi, ndr) avrò una risposta alla mia richiesta”.
La tirocinante però confessa di essere terrorizzata dall’idea di rivedere il suo violentatore: “Non vorrei trovarmelo davanti, sono terrorizzata alla sola idea di rivederlo al processo. Voglio riprendere la mia vita in mano”.
L’infermiere era il suo tutor: “La paura è quella di perdere la carriera”
“La sua forza deriva da una rete di relazioni amicali e familiari che la stanno proteggendo e le infondono sicurezza. Ma quanti altri casi non sono stati denunciati per timore di non arrivare alla fine di un percorso di studi che richiede sacrifici?”, si chiede l’avvocata. Marta infatti ha denunciato subito, ricevendo appoggio da colleghi e familiari. La ragazza ha anche deciso di affidarsi a un centro antiviolenza dove viene assistita da psicologhe e esperte.
Molte tirocinanti per solidarietà verso la 20enne hanno manifestato davanti all’Umberto I con striscioni e cartelloni. L’infermiere protagonista della violenza, inoltre, è anche il tutor di Marta. Le tirocinanti hanno raccontato che “il tutor è colui che decide quando e se ti laurei, il timore di presentare denuncia risiede in quella paura di vedersi stroncata la carriera”.
“Ci sarà tempo per stabilire le altre responsabilità per quello che è successo dentro l’ospedale – ha detto l’avvocata – e spero che tutto questo porti a un approccio diverso all’interno della struttura. Mi auguro che chi compie queste brutalità venga allontanato per sempre”.
Stupro all’Umberto I, non è stato un caso isolato. Le tirocinanti: ”Qui è la norma”