Francesco Dell’Anno, ex calciatore della Lazio tra il 1984 e il 1986, è stato assolto dal processo che lo vedeva protagonista di un ricatto ai danni di Paolo Negro, storico difensore della compagine biancoceleste tra il 1993 e il 2005. All’ex centrocampista anche di Udinese e Inter, veniva mossa l’accusa di una tentata estorsione verso l’ex capitano laziale, per mantenere il segreto su una presunta partita venduta, per il calcioscommesse, dal giocatore: il match sarebbe stato una partita tra Lazio e Siena del Campionato 2005-2006, col difensore che già vestiva i colori senesi.
L’indagine su Francesco Dell’Anno
Era finito sotto processo a gennaio 2016, con l’accusa di tentata estorsione ai danni del collega ed ex difensore della Lazio, Paolo Negro. A giudizio con il calciatore era finita come presunta fiancheggiatrice Daniela Sdoga, difesa dall’avvocato Francesco Colosimo, anche lei assolta per non aver commesso il fatto. I due, erano accusati di aver agito in concorso con altre persone per ricattare Negro e spingerlo a consegnare dei soldi per non far spifferare alla stampa che avrebbe venduto per mezzo milione la partita Siena e Lazio del campionato 2006 e 2007, notizia rivelatasi infondata.
Nel 2013 due uomini della banda di ricattatori, Emanuele Fois e Filippo Fazioli, sono stati condannati, in abbreviato, rispettivamente a 3 anni e 4 mesi e 2 anni e 8 mesi di reclusione. Mentre altri tre componenti dell’organizzazione, Valentino Aliberti, Andrea Caprinozzi e Marco Fardellotti, hanno chiesto di procedere con rito ordinario e sono stati condannati a 4 anni e 2 anni e 8 mesi di reclusione. Per Dell’Anno, inizia tutto dall’accusa del suo ex amico, oltre che all’epoca socio dell’Olgiata Fitness, Paolo Negro.
Il difensore biancoceleste, infatti, accusò Dell’Anno di aver partecipato ad un tentativo di estorsione nei suoi confronti, costringendolo, nel 2011, con l’aiuto di diversi complici a consegnare 30mila euro in contanti. Il gruppo di ricattatori, secondo quanto riferito da Negro alla Forze dell’Ordine, minacciò di diffondere la notizia, risultata falsa, che, per segnare la rete contro la Lazio durante l’ultima partita con la maglia del Siena, aveva intascato 500mila euro. Per spaventarlo gli imputati avrebbero inoltre millantato amicizie nell’ambito della criminalità organizzata e di personaggi della ndrangheta, con questi che non avrebbero gradito il suo rifiuto a versare la somma richiesta e gli avrebbero bruciato tutto: “I mandanti sono persone brutte, brutte, brutte, soprattutto quelli di Roma Nord e di Val Melaina”.
Il presunto ricatto all’Olgiata Fitness
Il ricatto si sarebbe verificato ai tempi in cui Francesco Dell’Anno, insieme ovviamente a Paolo Negro, erano soci dell’Olgiata Fitness. Sarebbe proprio al circolo sportivo che si sarebbe consumato il ricatto, in una serie di incontri sotto il gazebo della struttura. La procura di Roma, dopo due richieste di archiviazione presentate dal pm, aveva chiesto il rinvio a giudizio di Dell’Anno ritenuto il collante con l’organizzazione. Accusa dalla quale il centrocampista si è sempre difeso.
Dopo un’attenta analisi del fatto, Dell’Anno risulta “assolto perché il fatto non sussiste”. Così, il giudice di piazzale Clodio ha sostenuto l’innocenza di Dell’Anno, undici anni dopo le accuse mosse a suo carico. L’ex calciatore potrà tornare a ricordare con nostalgia i tempi in cui correva sul campo da calcio acclamato dai tifosi. Soddisfazione per il verdetto espressa anche dai legali delle difese, Pietro Pomanti e Franco Coppi per Dell’Anno, oltre che Francesco Colosimo per Daniela Sdoga: “Dopo undici anni siamo riusciti ad ottenere il risultato che speravamo”.
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