Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta indirizzata alla consigliera del Movimento 5 Stelle Mirella Monti da parte del segretario dei Giovani Democratici Danilo Risi
Cara signora-cittadina-consigliera Mirella Monti,
in occasione dell’ultimo consiglio comunale, in qualità di semplice cittadino, ho avuto modo di assistere all’incresciosa ed ormai nota vicenda che ha portato l’intero gruppo dei consiglieri comunali d’opposizione a recarsi presso la stazione dei Carabinieri di Pomezia.
Rivolgo a lei queste mie parole poiché, devo confessarglielo, mi hanno colpito molto i toni umili e modesti (qualità che indubbiamente le appartengono e che caratterizzano la sua persona) con i quali ha sottolineato fieramente il suo status di semplice “cittadino”, seppur legittimo rappresentante delle massime istituzioni locali.
Cara consigliera, cara concittadina, voglio per un momento mettere da parte il mio ruolo e la mia idea politica, voglio per l’occasione mettere in ombra le mie considerazioni e il mio pensiero sulle istituzioni della Repubblica Italiana e provare, con grande volontà d’animo, a comprendere la straordinarietà delle sue parole, la maestosità del gesto che la vede spogliarsi del suo incarico di pubblico ufficiale, nonché degno rappresentante delle istituzioni. Tuttavia (e mi creda ho profuso il massimo dei miei sforzi) non riesco a spiegarmi per quali ragioni, per quale disegno divino, in ottemperanza di quale regola, in più di qualche occasione io abbia riscontrato difformità di trattamento tra un semplice cittadino come lei e/o un suo compagno di partito ed un semplice cittadino come me. Mi spiego meglio: mi chiedo, ad esempio, il motivo per il quale (sempre per il principio della parità di diritti dei cittadini) qualche esponente della maggioranza abbia avuto la possibilità di assistere quest’estate allo spettacolo di Battista, a Torvajanica, godendo appieno dello status di “istituzione”! Al contrario, i cittadini di Pomezia (quelli ai quali lei dice di appartenere) hanno dovuto pagare di tasca propria il biglietto per assistere allo spettacolo, oltretutto senza poter beneficiare della prima fila e del posto riservato.
Ho riscontrato una certa difformità di trattamento (tenuto sempre conto di quel fantastico principio per cui #siamotutticittadini) quando si è trattato di inaugurare il parco giochi “Cinecittà World”: non mi spiego neanche qui come sia potuto accadere che una ristretta cerchia di “cittadini-istituzione” godessero di accesso privilegiato e gratuito al parco giochi, mentre una più nutrita fila di “cittadini” (sempre gli stessi a cui lei dice di appartenere) fosse invece intenta a far la fila per pagare il biglietto.
L’occasione mi risulta inoltre troppo ghiotta per non approfittare e chiederle di poter utilizzare l’auto verde (o blu?) del Comune di Pomezia. È notizia degli ultimi giorni la multa pagata dal nostro Comune perché i cittadini (non quelli a cui lei dice di far riferimento evidentemente) che compongono la Giunta comunale (o altri, dovrebbe chiederselo anche lei) hanno utilizzato in modo improprio l’auto del Comune, che a questo punto comincia ad avere sfumature di celeste, tendente al blu, più che di verde. A scanso di equivoci, dunque, le preannuncio che porrò in essere tutte le azioni che la legge prescrive, assumendomi la responsabilità e l’onere, qualora se ne presentasse la necessità, di pagare di tasca mia qualsiasi contravvenzione per qualsivoglia infrazione e/o mancato rispetto del codice della strada. Atteggiamento, questo, che non è (forse?) previsto per i “cittadini-istituzione” del M5S.
Cara consigliera, mi permetto con umiltà di rivestire i panni propri del mio ruolo all’interno di una organizzazione di partito e le rivolgo un sentito appello: rimettiamo (o meglio dovrei dire: METTIAMO) in discussione il regolamento che ha provocato tutta questa confusione. Lasciamo che sia il consiglio comunale a discutere e a decidere riguardo ai compiti dei consiglieri comunali. Questa ossessione di voler cercare il controllo, fine a sé stesso, su tutto e tutti non porta alcun beneficio alla collettività, mentre sicuramente inasprisce toni e rapporti. Non credo si debba aver timore della democrazia: le maggioranze vanno e vengono, cambiano colore, vengono rappresentate da innumerevoli soggetti, tutti l’uno diverso dall’altro. Tuttavia il punto fermo restano sempre le istituzioni; resta un punto fermo la convinzione che la libertà di esercitare le funzioni di rappresentante del popolo appartenga a tutti, sia in maggioranza che all’opposizione. Non si può invocare la libertà, l’onestà, la democrazia e poi aver timore delle stesse, al punto di voler privare l’avversario di quest’ultime.
Cara consigliera, finché lei ricoprirà il suo ruolo, per me non sarà mai una cittadina come gli altri. Per queste ragioni, e per la volontà di dare un contributo senza rubare solo del tempo a lei e a chi legge, le chiedo di portare all’attenzione dei suoi colleghi le mie osservazioni sul punto:
– PREVISIONE DI UN BADGE PERSONALE per tutte le istituzioni politiche del Comune di Pomezia: dal Sindaco al consigliere comunale, passando per la Giunta e il presidente del consiglio comunale.
– ABROGAZIONE degli articoli del regolamento che prevedono autorizzazioni, moduli, contro-moduli. Con la previsione del badge personale ed elettronico saremmo in grado di controllare entrare ed uscite nel pieno rispetto delle norme di sicurezza ed ordine pubblico.
– ABROGAZIONE degli articoli del regolamento che prevedono una limitazione al diritto di cronaca. Nella nostra società i giornalisti svolgono un’importante funzione: non possiamo in nessun modo porre ostacolo a quest’esercizio di trasparenza e democrazia!
Ho accolto molto positivamente l’appello ad abbassare i toni da parte del presidente dell’assise comunale. Ecco: date un segnale. Diamo un segnale alla città. Su questo punto non potete non aprire un varco.
Danilo Risi, cittadino.