Le Associazioni di Pomezia non ci stanno e scendono in campo contro il progetto presentato dalla COGEA S.r.l. che prevede la realizzazione di una centrale a biomassa nella zona di S. Palomba – Tor Maggiore per la lavorazione di 60.000 tonnellate di rifiuti organici all’anno.
La Pronuncia di Valutazione di Impatto Ambientale pubblicata lo scorso 20 Agosto su Bollettino della Regione Lazio da parte della Direzione regionale Infrastrutture, Ambiente e Politiche Abitative, tesa ad esprimere la compatibilità ambientale, condizionata ad alcune verifiche finali, dell’impianto per la produzione di energia (biogas) e compost dalla lavorazione di rifiuti organici in località Torre Maggiore, ha provocato una vasta reazione sociale con la dura presa di posizione di ben 27 Associazioni operanti nella Città di Pomezia, che hanno tutte siglato una richiesta indirizzata al Sindaco e a tutti i Consiglieri Comunali della Città di Pomezia per richiedere una delibera ufficiale del Consiglio Comunale di Pomezia ai fini dell’avvio del procedimento di dichiarazione di tutela indiretta dei terreni intorno al monumento medievale di Tor Maggiore (dove sarà realizzata la centrale) ai sensi degli artt. 45 e 46 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio. La richiesta con allegate relazione storica, relazione urbanistica, dettagli tecnici della proposta di vincolo e documentazione tecnica e fotografica è stata progettata e redatta dall’Associazione Latium Vetus e sottoscritta dal Coordinamento dei C.d.Q. di Pomezia, dal Coordinamento No Discariche No Inceneritori, dal C.d.Q. S. Palomba, dal C.d.Q. Roma 2, dal C.d.Q. Nuova Lavinium, dal C.d.Q. S. Procula, dal C.d.Q. Monachelle Alta, dal C.d.Q. Querceto – Colli di Enea, dal C.d.Q. G. Canestrini, dal Nuovo C.d.Q. di Campo Ascolano, dal C.d.Q. Villaggio Bravetti, dal Consorzio G. Canestrini, dall’Associazione Fare Verde Onlus Pomezia – Torvajanica, dall’Associazione Viviamo Pomezia, dall’Associazione Città Giardino, dall’Associazione Aetas Aurea, dall’Associazione Culturale Tyrrhenum, dalla Lega Consumatori, dall’Associazione Sviluppo Torvajanica, dall’Associazione Le Mamme di Pomezia, dall’Associazione La Casa dell’Albero, dall’Associazione Spirit Romanesc, dall’Associazione Il Piccolo Carro, dalla Lega Navale Italiana Sezione di Pomezia, dall’Assoraider Associazione Scautismo Raider di Pomezia e dall’Associazione Coloni Fondatori di Pomezia.
La vicenda, iniziata nel 2012 proprio con la richiesta della Valutazione di Impatto ambientale da parte della Cogea s.r.l., aveva scatenato immediate proteste da parte dei cittadini di Santa Palomba e Roma 2 e delle Associazioni di Pomezia riunite nel Coordinamento No Discariche No Inceneritori Pomezia e IX Municipio che avevano presentato osservazioni contrarie alla Regione Lazio.
Paventati dalle realtà associative di Pomezia sia l’enorme quantitativo di rifiuti solidi urbani che la centrale lavorerà all’anno, circa 60.000 tonnellate annue, sia il rilevante numero di camion compattatori che dovranno transitare su via dei Castelli Romani e su via Ardeatina già oggi pesantemente congestionate sia soprattutto il posizionamento della centrale in un lotto prossimo al sito di stoccaggio di idrocarburi dell’ENI ed inoltre ubicato proprio di fronte al lotto vincolato di Tor Maggiore, monumento medievale tutelato da oltre cent’anni che lo scorso anno aveva ricevuto un ottimo piazzamento nella Campagna nazionale “I luoghi del Cuore” con una raccolta di firme promossa proprio dall’Associazione Latium Vetus.
Durante lo scorso Ottobre 2014 il progetto era già stato discusso nel consiglio comunale di Pomezia quando venne approvato all’unanimità un ordine del giorno ad oggetto “Impianto biogas a Santa Palomba” nel quale il medesimo organo esprimeva “il proprio assoluto dissenso alla realizzazione dell’impianto e si faceva promotore ad ogni livello e per le sue competenze, di impedire la realizzazione del suddetto impianto e di qualsiasi altro impianto similare in ogni zona della città di Pomezia”. Né questo atto né la successiva audizione del Sindaco di Pomezia presso la VI Commissione del Consiglio Regionale Lazio – Ambiente, lavori pubblici, mobilità, politiche della casa e urbanistica sono riusciti però a fermare il pronunciamento positivo degli uffici amministrativi della Regione Lazio nelle procedure di Valutazione di impatto ambientale della centrale a biomassa, la cui realizzazione appare oggi più vicina.
Il progetto reputato dal mondo associativo di Pomezia assolutamente scellerato e di impatto negativo per la salute pubblica, per l’incolumità pubblica (a causa delle vicinissime industrie a rischio di incidente rilevante) e per la conservazione del patrimonio culturale rappresentato da Tor Maggiore ha visto lo studio e la redazione da parte dell’Associazione Latium Vetus della richiesta di vincolo indiretto da sottoporre, dopo l’eventuale ratifica in Consiglio Comunale al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo cosi come previsto della legislazione nazionale.
Al fine di rimarcare le criticità del progetto e di perorare l’esito negativo dell’iter per il rilascio della compatibilità ambientale le Associazioni di Pomezia, che hanno già illustrato la proposta di vincolo al Soprintendente alle Belle Arti e Paesaggio del Lazio lo scorso 09 Settembre, chiedono oggi al Consiglio Comunale di Pomezia di approvare il progetto di tutela e di porre in essere tutte le necessarie attività tecniche di contrasto alla realizzazione dell’opera. Al vaglio delle associazioni anche l’organizzazione di manifestazioni ed eventi per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica per difendere Pomezia da questo nuovo mostro che potrebbe sorgere sul nostro territorio.
Le associazioni firmatarie