Roma. Alla fine lo hanno fermato: il ciclista molestatore seriale che era diventato l’incubo delle donne nella Tuscia e che, inoltre, aveva cercato di trasferire la sua ”attività” anche nella Capitale. L’uomo, ora in manette, nel 2021 aveva aggredito diverse donne. L’arresto è arrivato settimana scorsa ad opera del Commissariato di polizia Salario Parioli di Roma: lui, un 54enne originario di Capranica – come riportato da il Messaggero – è stato raggiunto dalle manette per violenza sessuale dopo essere sfuggito per poco alla Squadra Mobile di Viterbo, la quale da tempo gli stava dietro.
Il modus operandi del molestatore seriale
Un anno di indagini e appostamenti. Diverse erano state le segnalazioni che, circa un anno fa, sempre in autunno, erano arrivate in Questura. Sarebbero almeno 5 quelle che hanno fatto aprire, conseguentemente, un fascicolo per violenza sessuale, così da iscrivere il nome del presunto predatore sessuale sul registro degli indagati. Gli inquirenti di Viterbo affermano che il soggetto agiva secondo un rigoroso modus operandi, che rispettava in modo maniacale: si vestiva da ciclista e si avvicinava per chiedere informazioni alle donne che aveva precedentemente puntato, di solito donne che facevano jogging in zone di campagna, ben isolate.
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Chiedeva informazioni vestito da ciclista
Il canovaccio, anche quello, era sempre lo stesso: chiedeva se ci fosse nei paraggi uno spazio aperto in cui allenarsi. La tecnica era così oleata che addirittura l’uomo per camuffare l’accento parlava anche inglese. E certamente, la strategia linguistica era usata per allontanare da sé anche le eventuali ricerche della Polizia. Poi, dopo aver ricevuto l’informazione richiesta, scattavano le molestie sessuali: improvvisamente cercava di immobilizzare le donne per molestarle e quindi violentarle. I 5 episodi per i quali gli inquirenti hanno aperto il fascicolo sarebbero avvenuti tutti a Viterbo e provincia. Le indagini furono complicate sin dall’inizio: mezza età, corporatura nella media, l’identikit di qualsiasi persona, insomma.
L’arresto a Roma
Poi, il passo falso: cioè quello di trasferire la sua attività di molestatore nella Capitale a causa delle continue pressioni da parte della Polizia. Qui gli agenti sono riusciti a dargli un nome e cognome, portando tutto in Tribunale e bloccando le sue incursioni. Proprio a Roma, dunque, è stato colto in flagrante. Ora le accuse diventano ancora più forti e pesanti con l’arresto nella Capitale, e la sua posizione più complessa dal punto di vista giuridico.