Molti degli aiuti statali erogati, come quello sulle facciate e l’ecobonus, non permettono di accedere alle agevolazioni del bonus mobili, per rinnovare il proprio mobilio all’interno di casa. L’erogazione di tale aiuto governativo, è legato a determinate opere di ristrutturazione del patrimonio edilizio e di messa in sicurezza contro il rischio sismico. Questo nonostante sia tra le agevolazioni più conosciute e utilizzate, visto che per gli italiani è uno dei mezzi principali per la ristrutturazione e il rinnovo dell’arredamento della propria dimora.
Il bonus spetta ai contribuenti che usufruiscono della detrazione, attualmente pari al 50%, prevista dall’articolo 16-bis del Tuir, per determinati interventi di recupero del patrimonio edilizio. In tutto ciò. c’è chi ha chiesto all’Agenzia delle Entrate se un intervento di manutenzione straordinaria sulle facciate, agevolato con il bonus facciate 90%, desse diritto al bonus mobili. Come ha specificato la richiedente, l’intervento non era determinante dal punto di vista termico, e il fabbricato in questione era un’unica proprietà che costituisce la sua abitazione e che, per realizzare i lavori, aveva depositato regolare Cila. La risposta a tutto ciò è stata negativa.
Ragioni e cumulabilità del bonus mobili
Sul bonus mobili, dobbiamo ricordare come sia legato a lavori di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia e, solo per le parti comuni degli edifici, manutenzione ordinaria. L’agevolazione può essere richiesta anche da chi ha realizzato interventi finalizzati alla riduzione del rischio sismico, e usufruisce del sismabonus, oltre che interventi antisismici per i quali spetta il superbonus. È perciò legato a casi troppo particolari per essere ricompreso nel bonus facciate.
Non si può usufruire del bonus mobili nemmeno per altre agevolazioni, come la ristrutturazione al 50% su misure antifurto, cablatura degli edifici, contenimento dell’inquinamento acustico, lavori di risparmio energetico, bonifica dall’amianto, opere volte a evitare gli infortuni domestici; l’ecobonus 50% e 65% e il superbonus 110% per lavori di risparmio energetico. Per accedere al bonus mobili, bisogna realizzare un intervento di recupero del patrimonio edilizio su singole unità immobiliari residenziali o su parti comuni di edifici. Questo deve essere iniziato a partire dal 1º gennaio dell’anno precedente a quello dell’acquisto dei mobili e degli elettrodomestici. I lavori di ristrutturazione sono la manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo di singoli appartamenti e parti comuni di edifici residenziali oppure il restauro e ristrutturazione edilizia di fabbricati.
Come otteniamo il bonus? Come avviene la manutenzione?
Il bonus spetta anche per i lavori di manutenzione straordinaria o ordinaria che non costituiscono interventi di ristrutturazione in senso stretto. Danno diritto al bonus mobili, ad esempio, anche la semplice installazione di una stufa a pellet o di un impianto di climatizzazione invernale ed estiva a pompa di calore o la sostituzione di una caldaia. Determinate tipologie di lavori, come le ordinarie su parti condominiali, permettono di accedere al bonus mobili, come la tinteggiatura di pareti e soffitti; la sostituzione di pavimenti e infissi esterni; il rifacimento di intonaci; la sostituzione delle tegole e il rinnovo delle impermeabilizzazioni; la riparazione o sostituzione di portoni, grondaie e mura di cinta.
Anche alcuni lavori di manutenzione straordinaria, permettono l’accesso al bonus mobili, come l’installazione di ascensori e scale di sicurezza; la realizzazione dei servizi igienici; la sostituzione di infissi esterni con modifica di materiale o tipologia di infisso; il rifacimento di scale e rampe; la realizzazione di recinzioni, muri di cinta e cancellate; la costruzione di scale interne e la sostituzione dei tramezzi interni senza alterazione della tipologia dell’unità immobiliare.
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