Abusati, filmati e letteralmente dati in pasto a 45.000 utenti che non aspettavano altro che vederli così: nudi, indifesi e impauriti da quello che stava accadendo. I più grandi avevano al massimo 12 anni, mentre i più piccoli anche 3. Il portale sul quale si compiva l’orrore inenarrabile è ”The Love Zone”, che raccoglieva pedofili e maniaci provenienti da tutto il mondo, tutti concentrati sulla quella piattaforma, in quel momento, per soddisfare le loro perversioni. Gli indagati, poi, si nascondevano sotto nickname, ma l’accortezza non gli è servita per evitare ed impedire il loro arresto.
L’operazione, 5 anni fa
Sono trascorsi 5 anni da quell’operazione scattata nell’ottobre del 2017, come ricorda anche Repubblica, e le 7 persone finite nel mirino del pm Eugenio Albamonte rischiano una pena molto severa. Per questo hanno deciso di patteggiare la loro pena, in considerazione anche di altri casi simili in cui altri soggetti hanno rischiato fino a 25 anni di reclusione in carcere.
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La rete degli orrori: ”The Love Zone”
Raccontare tutto con minuzia di particolari risulta impossibile, per chi scrive e per chi legge. “La sezione principale, accessibile a tutti gli affiliati, era quella Hardocore, suddivisa in boys and girls, e distinta in video e immagini (…) conteneva un ingente quantità di file di pornografia minorile dove i protagonisti, minori con età compresa tra i 3 e i 12 anni, subivano ogni pratica di abuso sessuale” – scrivono le carte sul caso. Tutto a disposizione delle perversioni macabre dei partecipanti, e poi c’erano anche i producer, cioè ”quegli affiliati che, avendo nella disponibilità minori di età non superiore agli anni dodici, realizzavano video ed immagini pedo-pornografiche, per poi condividerle con un selezionato gruppo di affiliati”. Uno degli indagati, ad esempio, “deteneva nel suo personal computer circa 3.100 file di pornografia minorile (…) tra cui anche video autoprodotti”.
“È bello vedere che hai iniziato a giocare con tua figlia”
Un altro mostro ancora aveva anche filmato la figlia di 8 anni. “È bello vedere che hai iniziato a giocare con tua figlia, che sei chiaramente orgoglioso di lei e vuoi mostrarla al mondo”, commentava un utente dopo aver visto con accanimento il video del producer, il quale è già stato condannato dal tribunale di Brescia a scontare 10 anni di carcere per violenza sessuale aggravata e produzione di file pedopornografici. E poi, ancora: “Mi è stato detto che la bambina che hai postato è tua figlia (…) ti vogliamo aiutare a fare in modo che tu non cada in una trappola o nella rete di persone sbagliate. Ce ne sono molte che hanno fatto errori fatali. Quindi se vuoi essere sicuro, contatta me o Skee. Abbiamo esperienza in questo campo” suggeriva un altro utente.