Nonostante le indagini sull’omicidio di Diabolik siano state chiuse, l’arma con la quale Fabrizio Piscitelli è stato ucciso resta un mistero. I fatti risalgono al 7 agosto del 2019 quando l’ultrà della Lazio è stato freddato con un colpo alla testa mentre era seduto su una panchina del Parco degli Acquedotti.
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Le armi usate per l’Omicidio di Diabolik
Sono diverse le ipotesi in merito a quale possa essere stata l’arma usata per uccidere Diabolik il 7 agosto del 2019. Nonostante, attualmente, non si abbiamo certezze le analisi dell’avvocato della difesa e quelle della procura si sono concentrate su due pistole. Si tratta di due berette: una 9×21 che sarebbe appartenuta alla compagna del killer e l’altra una semiautomatica, modello 98s 9×21, sequestrata ad un altro degli indagati facenti parte dell’inchiesta, Enrico Bennato.
Le piste d’indagine
Secondo la prima ipotesi, Raul Esteban Calderon avrebbe sparato utilizzando proprio una beretta 9×21 rubata durante una rapina in gioielleria. Custodita della compagna, l’arma sarebbe poi stata utilizzata da Calderon per compiere l’omicidio. Tuttavia, su questa prima pista di indagini i parere degli esperti appaiono contrastanti. Se la polizia scientifica non esprime a riguardo un netto giudizio, gli esami balistici tendono invece ad escludere che il colpo posso essere partito utilizzando quella pistola.
Le cose non appaiono, purtroppo, più chiare per quel che riguarda la seconda pistola. Infatti anche in questo caso non sembrerebbe che l’arma sequestrata ad Enrico Bennato sia stata quella usata per compiere l’omicidio di Diabolik. Alla luce dei fatti, dunque, non è nota agli investigatori quale sia stata l’arma utilizzata. Sta di fatto che i pubblici ministeri hanno chiesto per Raul Esteban Calderon il processo e la prima udienza è fissata per il prossimo 4 novembre.
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