Depositate le motivazioni della sentenza sulla morte di Cranio Randagio avvenuta il 12 novembre del 2016 dopo una festa in un appartamento di via Anneo Lucano a Roma, in zona Balduina. Ad esser stato fatale — secondo quanto emerso dalle indagini — un mix di droghe.
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Morte Cranio Randagio: depositate le motivazioni della sentenza
Assolto Francesco Manente che era accusato di essere il fornitore dello stupefacente mentre sono stati condannati a due anni e mezzo i due amici Pierfrancesco Bonolis e Jaimie Garcia De Vincentiis, i quali secondo l’accusa avrebbero mentito per coprire l’amico e sono adesso accusati di favoreggiamento.
“Non può non tratteggiarsi la profonda slealtà di entrambi gli imputati che si è manifestata non solo nell’limmediatezza del drammatico evento laddove si sono adoperati per omettere, nel corso delle dichiarazioni rese agli operanti di polizia giudiziaria, snodi fondamentali nella descrizione dei fatti”.
Questo quanto si legge nelle motivazioni della sentenza dello scorso 7 luglio con la quale il giudice monocratico di Roma ha comminato due condanne e un’assoluzione al termine del processo per la morte di Crano Randagio.
La condotta degli ‘amici’
La sentenza mette l’accento sulla condotta dei due che “anche successivamente, essendo venuti a conoscenza del contenuto delle indagini e dunque delle intercettazioni delle celle telefoniche e dei vari sms, hanno per così dire fatto retromarcia su alcune circostanze emerse pacificamente.
Hanno, dunque, ribadito la propria estraneità ai fatti la cui ricostruzione è avvenuta, purtroppo, inaudita altera parte, essendo il Vittorio deceduto e, dunque, in assenza della sua versione dei fatti, cercando di avvalersi di un piano di sviamento conoscitivo che è stato diretto sicuramente a depistare le indagini e a nascondere la verità agli stretti interessati e all’autoritò giudiziaria”.
Provata per il giudice la loro responsabilità penale
Inoltre, per il giudice la responsabilità penale di Bonolis e Garcia risulta provata. “La condotta di Bonolis manifesta la consapevolezza di fuorviare con le proprie dichiarazioni contraddittorie e la propria reticenza le investigazioni dirette a ricostruire i contatti finalizzati all’acqusto di stupefacente e alla identificazione dei fornitori”
Per quel che riguarda invece Garcia: “Sentito più volte nel corso delle indagini, ha alterato il contesto fattuale negando la circostanza che vi fosse stata cessione assunzione di droghe pesanti alla festa, ha negato di aver partecipato all’incontro di Andrei con lo spacciatore e ha assunto un atteggiamento reticente che ha ostacolato il reale accertamento dei fatti”.
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