Denise Pipitone. Uno dei casi più discussi d’Italia torna nuovamente – appunto – a far discutere. Ci sarebbero degli elementi aggiuntivi nelle indagini che non sono stati vagliati con sufficiente chiarezza e, soprattutto, le trasmissioni televisive che si occupano del caso sembrerebbero aver focalizzato l’attenzione su di un aspetto in particolare.
Nel dettaglio, come riportato anche dal Giornale di Sicilia, nella trasmissione Ore 14, su Rai Uno, si è parlato di recente di nuove intercettazioni a disposizione degli inquirenti, ma anche di una pista Rom – in realtà, come molti lettori ricorderanno, già battuta qualche tempo fa. Una nuova pista insomma: ora alcune telefonate e una voce in particolare potrebbero avvalorare la tesi.
La pista Rom di qualche anno fa
Negli ultimi anni si è parlato tanto della pista rom, grazie anche ad un video realizzato con un cellulare da una guardia giurata che era di servizio a Milano. Stando alle informazioni su cui ci si arrovellava, la guardia aveva ripreso una bambina che parlava italiano e veniva chiamata Danàs, all’interno di un gruppo presumibilmente di etnia rom.
La segnalazione del 2005
Poi, un altro elemento importante: il 12 aprile del 2005 i carabinieri di Sondrio ricevevano una segnalazione di non poco conto: in particolare da parte di una donna egiziana che, stando alla sua testimonianza, aveva riconosciuto la piccola Denise all’interno di alcuni scatti mostrati da una cittadina del Kosovo, che in quel periodo l’aiutava con le faccende casalinghe.
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Il blitz dei carabinieri alla festa
Dopo quell’informazione, sembrava che si fosse arrivati ad un punto di svolta: infatti, i carabinieri di Sondrio si attivarono immediatamente e fecero irruzione all’interno di una festa in cui, secondo le indagini, si sarebbe dovuta trovare la piccola insieme alla donna del video. Ma una volta sul posto, identificati tutti gli astanti, non trovarono nessuna delle due.
Le nuove intercettazioni sul caso Denise
Ci sarebbero, poi, anche delle intercettazioni che però non sono state prese in considerazione: “Allo stato attuale – si legge in un documento – si sconoscono le risultanze emerse dalle intercettazioni in corso, ritenuto che non è stato ancora possibile all’individuazione di interprete conoscente la lingua da questi parlata”.
In altre parole non si sa cosa sia stato detto all’intero di quelle intercettazioni, perché non si trovò un interprete in grado di comprendere quel linguaggio. Così, ritornando all’inizio del nostro articolo, la trasmissione “Ore 14” ha chiesto poterle riportare all’attenzione degli inquirenti.