Resta, senza evidenti miglioramenti, uno dei mali della nostra società, un tarlo che molti portano nella coscienza cercando solo di rimuoverne gli effetti ma non le cause.
Certo che il mondo è cambiato dai tempi del “delitto d’onore”, è anche cambiata la legislazione che regola la materia dei rapporti fra i generi cercando di riequilibrare uno squilibrio maturato nei secoli ed alimentato da un’imperante cultura maschilista. Saranno i decenni che verranno a rimuovere vecchi mostri e vecchi pregiudizi ma, intanto, la donna resta l’oggetto di violenza di genere che pone l’Italia in coda fra le nazioni occidentali avanzate.
Negli anni passati sono nate associazioni, più o meno qualificate, che hanno posto nel proprio statuto l’obiettivo di difendere la donna dalla violenza di genere, quella violenza che spesso porta ad un tipo di omicidio che solo di recente abbiamo avuto il coraggio di chiamare femminicidio.
Un problema che torna alla ribalta ad ogni omicidio eclatante, ma che resta e continua a proliferare nel sottofondo di una società ancora immatura. Nella zona di Anzio e Lavinio opera il “Centro Luciana” che con opera di consulenza, supporto e divulgazione, si pone come punto fermo in difesa della donna. Il Centro Luciana – e l’Associazione Alzaia con cui collabora in modo permanente – offrono un servizio di consulenza e di aiuto concreto alle donne in difficoltà. Il gruppo esplica specifica attività come ascolto ed indirizzo delle donne che hanno subito violenza psicologica e/o fisica, economica o sessuale; osservazione ed emersione del fenomeno della violenza di genere tramite la costruzione la diffusione di questionari ed interviste, nonché l’elaborazione dei dati raccolti per fornire agli enti locali (Servizi Sociali‚ Polizia di Stato e Municipale‚ Scuole‚ Ospedali) e a tutte le cittadine e cittadini di ogni età‚ un quadro certo sul fenomeno reale e percepito; sensibilizzazione e prevenzione tramite attività ed iniziative culturali rivolte alle cittadine e ai cittadini‚ alle scuole e a tutti i soggetti del territorio. Il progetto iniziale fu parzialmente finanziato dalla Regione Lazio, che ha recentemente ha annullato il proprio supporto finanziario. L’associazione vuole sopravvivere e cerca di organizzare azioni di fund rising. Una serata per la raccolta fondi è stata programmata per il 19 settembre presso il Ristorante Boccuccia alle ore 21,00. La spesa è di € 15,00 a persona per una cena in buona compagnia e per un ottimo scopo. Per prenotare contattare Cinzia al 3286186642 oppure direttamente chiamando il ristorante Boccuccia.
Invitiamo i lettori a non limitarsi alle solite frasi di circostanza ma a fare un gesto concreto andando a cena per aiutare le donne.
Sergio Franchi
Anzio: solidarietà, “Una cena per una donna” contro la violenza di genere
Pubblicato il
di