Prima il count-down per arrivare al giorno in cui si sarebbe dato il colpo che avrebbe dato il via all’abbattimento. Poi le polemiche per i riconoscimenti. “Merito mio, no, siamo stati noi“. Ma, come sottofondo, lo scontento – più che giustificato – degli animalisti, che lamentavano la mancata sistemazione dei gatti della colonia felina da sempre insediata nell’immobile. L’abbattimento dell’ex hotel Biagio, da tutti conosciuto come “ecomostro di Torvaianica” di certo non è partito nel modo migliore. E si è già fermata, a soli 5 giorni dalla cerimonia iniziale.
“Segnalo che all’ecomostro di Torvaianica, dove il Comune di Pomezia ha iniziato illegalmente i lavori di demolizione con ancora una colonia felina all’interno, c’è un gattino sul tetto che piange disperato e non riesce a scendere. Ho già allertato i vigili del fuoco che dovrebbero intervenire”, fa sapere giovedì sera Mauro Pallotta. “Il Comune ha reso disponibile una struttura (tra l’altro inadatta) a Selva dei Pini solo pochissimi giorni prima della demolizione, obbligando i volontari a spostarli quando invece doveva essere una loro competenza. I volontari non hanno avuto il tempo materiale per riuscire a spostarli tutti, e quei 4 gatti rimasti vagano ancora tra le macerie. Siamo venuti qui per catturarli e metterli al sicuro, e abbiamo trovato questa sorpresina. Un comportamento vergognoso e contro ogni legge a tutela degli animali, iniziare dei lavori dove c’è ancora una colonia riconosciuta. Ho atteso anche troppo tempo e domani presenterò denuncia scritta contro il Comune e l’azienda che sta effettuando i lavori di demolizione”.
L’intervento dei vigili del fuoco
E infatti alle 21:15 di giovedì i vigili del fuoco sono arrivati, con l’autoscala, per cercare il gattino. “Ma già nei giorni precedenti – spiega Celeste, Guardia Zoofila – avevamo segnalato che mancavano all’appello dei gatti. Noi siamo riusciti a recuperarne tre. Poi è arrivata la segnalazione di questo micio al quarto piano”. Tante le persone che hanno assistito all’intervento dei vigili del fuoco, che sono riusciti a mettere in salvo il gattino. Il timore è che all’interno possano essere arrivare altri gatti, di colonie vicine. “Il numero di animali, infatti, è con questo micio è superiore rispetto a quello iniziale della colonia felina dell’ecomostro”, rivela una volontaria. Ma il problema non sono solo i gatti, per quanto importanti.
Non solo gatti, ma anche… persone
Nell’edificio, infatti, ci sono anche le persone. Autorizzate. Nella parte che non andrà demolita difatti c’è la tabaccheria di Biagio. La domanda che ci facciamo è: visto che l’edificio è in realtà unico, sono state prese tutte le precauzioni affinché non avvengano crolli anomali mentre ci sono persone all’interno della struttura? Sono stati fatti studi (depositando un progetto di demolizione) che attestino questo?
C’è un piano ingegneristico per la demolizione? Ci sono tutte le autorizzazioni necessarie per questa demolizione, compresa quella paesaggistica? O nella troppa fretta di fare le cose ci si è dimenticati di “qualche particolare” importante? Eppure il tempo ci sarebbe stato tutto: della demolizione si parla orma da mesi e il Comune ha acquisito la proprietà dell’immobile ben 11 mesi fa. Da quel giorno si sarebbe potuto fare un progetto di demolizione ben definito, con tutte le autorizzazioni necessarie a partire da quella paesaggistica che ci chiediamo (e chiediamo) di nuovo se sia stata richiesta e rilasciata.
Adesso il gattino è stato messo in salvo. Attendiamo quindi di capire se lunedì mattina i lavori di abbattimento riprenderanno oppure no. Per quanto riguarda cosa verrà fatto nella piazza, tantissime le idee arrivate da parte dei cittadini, perlopiù improntate sul lasciare molto spazio dedicato allo sport, ai giochi per i bambini, alle panchine per osservare il mare. Ma, visto che una parte resterà in piedi, noi ancora una volta suggeriamo che vengano messi tutti quei servizi che al momento sono pagati con i soldi dei cittadini. L’anagrafe, che si trova attualmente dall’altra parte della piazza, la farmacia, che dista poche centinaia di metri. E magari una biblioteca o una sala per far giocare al chiuso i bambini o i ragazzi. Si potrebbero risparmiare tantissimi soldi, recuperando così quanto speso per l’acquisto e l’abbattimento dell’ecomostro.