Municipio XIV di Roma: il municipio che non c’è. O meglio: c’è, ma quanto ai rapporti col pubblico lascia molto a desiderare. Pec inevase, richieste di appuntamenti con uffici e amministratori che cadono nel vuoto, URP che lavora a fasi alterne, utenti accolti sulle scale da un sorvegliante che passa la modulistica sulla porta della struttura.
“Quando si tratta di andare al voto, però, come sono solerti! – dichiara il signor Giuseppe, 65 anni, comasco di nascita – il loro tempismo è svizzero!”. Ieri, infatti, Giuseppe ha ricevuto la sua tessera elettorale per la prima volta. In tempo utile dunque per recarsi al seggio domenica a votare. Peccato che tutti i dati contenuti nella scheda siano sbagliati.
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Scheda da pazzi
L’indirizzo del seggio corrisponde a quello della sua abitazione e, al posto della data di nascita, c’è la data di emissione del certificato. “È vero che quella è la sede dell’ex-manicomio – ironizza l’anziano signore – a me sembrano davvero tutti matti!”. Certo, basterebbe che Giuseppe si recasse nuovamente presso gli uffici comunali situati presso la struttura ospedaliera del Santa Maria della Pietà per rimettere a posto le cose. Ma lui no, non vuole tornarci.
“Perché deve essere sempre il comune cittadino a dover pagare in prima persona per i guasti dell’istituzione? Mi spiace, stavolta no, non andrò votare, mi rifiuto”, conclude stizzito mentre ripone in tasca quel pezzo di carta che vale meno di niente.