Roma. Lei si fidava del suo allenatore. Era come una seconda famiglia. Chi pratica sport con passione e dedizione lo sa bene. L’allenatore è una figura di riferimento, grazie alla quale superare paure, ansie da prestazione e soprattutto crescere emotivamente. Tutto questo ha giocato a suo sfavore, perché si è fidata troppo, ed è finita male.
La 14enne che accusa l’allenatore di violenza sessuale
Ad un passo da una gara importante, lui, l’allenatore, le aveva detto che voleva parlarle della gara, darle dei consigli su come affrontare al meglio la competizione che l’attendeva. Lei si è fidata. E così, dopo averla condotta nella sua camera d’albergo ha iniziato a farle delle domande intime e con la pressione del suo corpo l’ha spinta sul letto, mettendole le mani addosso. Il drammatico evento è stato raccontato da il Messaggero.
Il racconto della ragazza
La vittima, un’atleta giovanissima, all’epoca dei fatti aveva solamente 14 anni. Oggi, ad un anno dall’accadimento e assistita da uno psicologo, in sede di incidente probatorio ha ribadito le accuse nei confronti del suo ex istruttore, che di anni ne ha 26 ed è indagato dalla Procura di Roma con l’accusa di violenza sessuale aggravata. Gli abusi, stando al racconto della giovane ragazza, sarebbero avvenuti nella Capitale, mentre lei era in trasferta con l’istruttore per partecipare ad una gara nazionale.
Arrivavano dal Friuli-Venezia Giulia. La squadra con la quale partecipavano di Udine, e alloggiavano in un albergo in zona Prati. Proprio in quelle mura, in uno dei quartieri più abbienti della Capitale, la giovane atleta avrebbe vissuto il suo incubo peggiore, stretta nella morsa del suo allenatore.
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Domande troppo insistenti e personali
Lei, forse, in un primo momento non era intimidita dalla sua richiesta di parlare della gara, il giorno prima. Certo, come detto, si fidava, e credeva davvero nelle sue parole. Pensava di essere al sicuro, ma lui ne avrebbe approfittato allungando troppo le mani. All’inizio il discorso riguardava il nuoto, le gare, con qualche consiglio qua e là per tranquillizzarla, ma poi, dopo qualche istante, le domande sarebbero diventate troppo insistenti e personali.
Spogliata e palpeggiata: la confessione ai genitori
Da qui, poi, il peggio: avrebbe cercato di spogliarla, e a farle domande fin troppo personali, fino a cercare di metterle le mani sotto i vestiti. All’inizio, come sempre, risulta difficile raccontare tutto. Il trauma ha bisogno di essere metabolizzato, è necessario del tempo alle volte. Ma, poi, la giovane ha trovato il coraggio di confessare ai genitori il terribile accadimento, i quali l’hanno subito accompagnata a sporgere denuncia.
La testimonianza della difesa
Le audizioni dei testimoni e della ragazzina sono state fatte dalla polizia giudiziaria a Udine e poi i risultati sono stati trasmessi per competenza alla Procura della Capitale. L’incidente probatorio, avvenuto ieri a Roma di fronte al gip al pm Antonio Verdi, è servito per cristallizzare la ricostruzione della presunta vittima.
Chi è l’allenatore accusato
La testimonianza dell’allenatore, invece, è radicalmente diversa. La sua difesa sostiene che lui avesse rimproverato l’atleta perché stava facendo confusione nel corridoio, e perché pare non si impegnasse abbastanza durante gli allenamenti. Oltre a ciò, nella difesa si negano ferreamente gli abusi. Laureato in scienze motorie, capo allenatore, con un master in nutrizionismo e management sportivo, l’istruttore sarebbe molto stimato dalla Federnuoto in Friuli, qui viene spesso ricordato per gli ottimi risultati come atleta regionale.