Mettere a repentaglio la propria vita per una manciata di like in più sui social. È questa la motivazione alla base delle folli sfide che, sempre più spesso, vedono protagonisti i giovani, pronti davvero a tutto pur di ottenere qualche momento di fama, di notorietà sui social di turno.
Non fa purtroppo eccezione quanto accaduto sul litorale romano e precisamente nella città di Nettuno, dove l’ultima moda dei ragazzi è quella di sdraiarsi sulle strisce pedonali aspettando l’arrivo delle auto per poi saltare immediatamente al sopraggiungere delle stesse, evitando così di essere investiti, si spera.
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La lettera aperta del Commissario straordinario
In merito alla folle sfida, peraltro scoperta in modo fortuito dai caschi bianchi del Comune che avevano chiesto di visionare le telecamere di sorveglianza per tutt’altro motivo, si è espresso anche il Commissario straordinario di Nettuno Bruno Strati che in una lettera aperta afferma:
“La notizia apparsa sui quotidiani nazionali dell’ultima “sfida” dei ragazzi di Nettuno a chi, disteso sulle strisce pedonali, si alza per ultimo, pochi istanti prima all’arrivo delle auto, ci lascia completamente sbigottiti. Lo dico come Commissario straordinario di questo Comune ma prima ancora come padre. Il fatto, nella sua assurdità, non può lasciarci indifferenti, ma deve farci riflettere e porre alcuni interrogativi.
La prima domanda, quella più ovvia, è perché lo fanno. Noia, esibizionismo social. Come è possibile che adolescenti si mettano in una situazione di pericolo così grave, come se fossero in un videogioco, solo per farsi ammirare dai loro coetanei. Come è possibile — aggiunge Strati — che, in piena notte, con i genitori che, ignari, dormono a casa, questi ragazzi rischino la propria vita e quella degli altri solo per conquistare più like. Non sappiamo se si tratta di un caso isolato o un comportamento ripetuto.
Fenomeno da non sottovalutare
Di sicuro si tratta di un’esigua minoranza, un’eccezione, eppure il fenomeno non è da sottovalutare anche perché questa estate non sono stati pochi gli episodi di malamovida che hanno visto protagonisti proprio gli adolescenti.
Si parla da tempo di una generazione Zeta, di ragazzi digitalizzati, che trascorrono gran parte della loro giornata sul pc, a guardare lo smartphone, iperconnessi ad un mondo virtuale che è diventato sempre più per loro il mondo “reale”.
È certamente una generazione diversa, “più veloce” della nostra, figlia del secolo scorso, ma è anche una generazione fragile che va sostenuta e ancor di più, rispetto alle generazioni passate, “accompagnata” nella complessità della società in cui viviamo. A chi spetta “accompagnare” questi ragazzi nel percorso di crescita? I Genitori, la Scuola. Si certo, loro prima di tutto, ma non solo.
Le istituzioni
È chiaro che un ruolo importante debba essere svolto dalle Istituzioni, a partire da quelle locali che sono le più vicine ai cittadini, le quali devono prendere parte all’azione educativa dei nostri ragazzi attraverso interventi efficaci che non si traducono – attenzione – in divieti e proibizioni (a meno che non vi siano condotte illecite), quanto piuttosto in attività di confronto e analisi oltre che di sostegno nelle situazioni più critiche. Genitori, Scuola, Istituzioni, civili e religiose, Associazioni, ecc. sono tanti gli attori in campo.
Ognuno nel suo differente ruolo ha il compito e la responsabilità di “educare” i ragazzi affinché prendano coscienza della loro unicità e delle loro capacità, siano consapevoli dell’importanza della loro vita e del fatto che i risultati non si ottengono gratuitamente, riscoprano i veri valori e siano pronti a condurre un’esistenza rispettosa di sé e degli altri, osservando le regole e avendo cura della cosa pubblica.
Un rinnovato patto generazionale
È necessario allora ripartire da un rinnovato patto “generazionale” – non scritto – che impegna non solo la Scuola e i Genitori, ma anche tutte le componenti della Società, a non abdicare al ruolo di “educatori” e a realizzare concretamente azioni di “accompagnamento” dei giovani alla vita professionale, sociale, culturale.
Solo così potremo avere domani i nostri figli, da adulti, pronti a partecipare responsabilmente alla vita del Paese.
Nel concreto, come Amministrazione comunale intensificheremo il dialogo con il mondo scolastico, con i genitori e i ragazzi, coinvolgendo le Associazioni del terzo settore, promuoveremo, con il coinvolgimento delle altre Istituzioni, incontri nelle scuole e iniziative mirate alla diffusione della legalità e del rispetto delle regole della convivenza civile e favoriremo la creazione di luoghi di confronto e di crescita culturale e sociale.
Allo stesso tempo, accelereremo la realizzazione delle opere pubbliche destinate ai giovani, come i campi sportivi, e rafforzeremo ancora di più l’azione di controllo da parte della Polizia locale, che congiuntamente alle altre Forze di Polizia sul territorio, svolge un ruolo fondamentale a tutela della legalità, della sicurezza e dell’ordine pubblico.
Così facendo, cercheremo di creare tutte le condizioni possibili affinché episodi come quello accaduto l’altra notte – sia esso isolato o ripetuto – non si verifichino mai più’, conclude il Commissario.