La crisi nell’approvvigionamento delle materie prima colpisce anche il settore dell’acqua in bottiglia. Nelle ultime ore l’Azienda San Pellegrino è stata costretta a sospendere la produzione di acqua frizzante nello stabilimento di Ruspino, situato nel bergamasco. La causa, come riportato in una nota stampa del gruppo, è da individuare nella carenza di anidride carbonica che ha provocato un fermo temporaneo della linea produttiva.
Problema anche per altre aziende
In particolare lo stop ha riguardato le giornate del 15 e 16 settembre, dunque ieri e l’altro ieri. L’azienda, che rientra tra quelle di proprietà del marchio Nestlè, ha fatto sapere di essere al lavoro per risolvere il problema assicurando la ricerca “di nuove linee di approvvigionamento”. Peraltro, da quanto si apprende, il problema riguarderebbe anche altre attività del medesimo settore.
Perché manca l’acqua frizzante in Italia
Il problema del resto è noto. Il caro energia ha provocato una riduzione nelle disponibilità dell’anidride carbonica destinata al mercato delle bibite in generale (e infatti anche altri prodotti, come la birra industriale, sono a richio) che si è riversata, a catena, su tutta la filiera. Qui il nostro approfondimento sul tema. Emblematico, a questo proposito, era stato il caso dell’azienda Sant’Anna, che ha interrotto le consegne di acqua frizzante ad agosto. Di conseguenza in molti supermercati è scomparsa dagli scaffali.
Allarme nei supermercati, manca l’acqua frizzante: ecco perché è introvabile, cosa succede