La pandemia, tra le altre cose, ci ha fatto scoprire e sperimentare nuove modalità lavorative. Lo smart working o lavoro da remoto o ancora da casa, è senza dubbio uno di questi. Ora però con la conversione in legge del decreto Aiuti bis, nuovi sviluppi interesseranno anche questa modalità lavorativa.
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Proroga dello smart working fino al 31 dicembre: gli interessati
Nella fattispecie, questa modalità di lavoro sarà prorogata fino al 31 dicembre per i lavoratori fragili e per i genitori di bambini e ragazzi fino ai 14 anni di età. Per quel che riguarda propriamente le norme che regolamentano il lavoro da casa esse sono le stesse valide fino al 31 luglio, ovvero la compatibilità con le caratteristiche della prestazione professionale e, solo per i genitori di figli sotto i 14 anni, non deve esserci nel nucleo familiare già un genitore che non lavora o che usufruisce di qualche ammortizzatore sociale.
Le tutele
Pertanto, le categorie pocanzi menzionate a partire dal 1° agosto sono prive di una tutela legislativa che possa garantire loro di ricorrere alla modalità di lavoro agile. Ora, il ministro del lavoro Orlando — con l’iter parlamentare del decreto Aiuti bis — aveva annunciato una reintroduzione della misura che — per problemi di copertura, come si è visto — in estate non è stata rinnovata.
Tuttavia, nel periodo di mancata copertura per il lavoro da remoto, il rientro in ufficio è stato tutelato in alcune imprese da accordi stipulati con le rappresentanze sindacali.
I fondi
Per quel che riguarda infine i fondi per la proroga dello Smart working, le risorse arriveranno dal Fondo sociale per l’occupazione del Ministero del Lavoro, per un costo stimato di circa 18,6 milioni di euro.