La Capitale torna sul New York Times. O meglio, a riempire le pagine del giornale americano sono le foto di rifiuti, cassonetti stracolmi, spazzatura gettata in strada, che di certo non rendono onore a Roma. Anzi, quelle immagini, che i romani purtroppo conoscono bene, rappresentano l’ennesima figuraccia a livello mondiale. Roma, quella dei monumenti, della storia che si respira in ogni dove, è stata stroncata e ‘bastonata’ perché nell’articolo del New York Times si delinea un quadro poco piacevole. Ma purtroppo veritiero. E chi ci vive lo sa bene, tra slalom fra i rifiuti, continue denunce e segnalazioni, spesso cadute nel vuoto.
Roma ‘descritta’ dal New York Times
“Da anni ormai niente simboleggia la caduta di Roma più della sua crisi dei rifiuti. Un serraglio spazzatura di cinghiali, gabbiani violenti e topi si riunisce per banchettare con i detriti traboccanti della capitale“. Inizia così l’articolo del New York Times, lì dove già il titolo descrive bene la situazione. Quel titolo dove si fa riferimento ai rifiuti che bruciano, agli incendi sospetti di quest’estate e al sindaco Gualtieri che ‘osa sognare’, lui che pensa di risolvere l’emergenza rifiuti con il termovalorizzatore.
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Perché se da una parte Roma continua ad essere invasa dalla spazzatura e nell’ultimo periodo ha dovuto fare i conti con numerosi incendi, alcuni devastanti, come quello che ha interessato l‘impianto di Malagrotta, dall’altra il Sindaco sta cercando di trovare una soluzione. Che porta solo un nome: termovalorizzatore. Sarà questa la strada giusta per risolvere il problema? Si chiedono gli americani. E, da tempo, anche i romani.
Come ricorda il quotidiano statunitense, ‘entro la fine dell’anno la città assumerà 650 persone per pulire le strade. Nella seconda fase, entro due anni, il Comune dovrebbe mettere nuovi cassonetti nelle strade, mentre la terza fase inizierebbe nel 2025, quando dovrebbe entrare in funzione il termovalorizzatore’. Ma sarà davvero così? O più passano gli anni e più si accumula spazzatura?
La ‘frecciatina’ ai romani
Da una parte i rifiuti e le immagini che non lasciano spazio a dubbi, dall’altra la stoccata degli americani ai romani, che secondo loro non hanno sempre avuto ‘comportamenti buoni’. Nell’articolo del New York Times, infatti, si fa riferimento ad alcuni ristoranti, che avrebbero utilizzato i cassonetti riservati ai cittadini. Ma si parla anche dei cittadini stessi, che più volte avrebbero lasciato i sacchi dell’immondizia ai lati dei contenitori strapieni, quindi in strada.
Buche, autobus in fiamme
I rifiuti certo non bastano. Gli americani quando parlano di Roma parlano anche di buche, strade dissestate, di autobus in fiamme. E lo fanno come se ormai fosse tutto così normale, quando così non dovrebbe essere. Perché la spazzatura non dovrebbe ‘sovrastare’ la bellezza della Capitale, lì dove in ogni vicolo, anche quello sconosciuto e non preso d’assalto dai turisti, si respira storia. Lì dove, purtroppo, da tempo ormai si respira anche un odore acre e insopportabile.
Una città eterna. Con la speranza che i rifiuti non siano in eterno. E che il biglietto da visita cambi, che sulle pagine dei giornali di tutto il mondo Roma torni a brillare. Non a sprofondare.