Politica. Un personaggio coinvolto in una intricata inchiesta per lottizzazione abusiva a Gaeta, con al centro un immobile di grande pregio venduto dall’ormai ex Consorzio industriale del sud pontino a una società appena costituita. Si tratta dell’ex sindaco Cosmo Mitrano, di recente candidato da Forza Italia alla Camera, come sottolineato anche da Repubblica.
Un’inchiesta intricata per Cosmo Mitrano
All’epoca era il 2018, quando l’allora Cosind cedette alla Immobiliare Cavour srl l’area dell’ex stazione ferroviaria, in cambio di 409mila euro – appena mille euro in più del prezzo fissato per la vendita. Per questa vicenda – di non facile comprensione dal momento che in precedenza lo stesso Consorzio aveva acquistato quell’immobile dalle Ferrovie e che il Comune non si preoccupò di esercitare il diritto di prelazione – la Procura di Cassino ha aperto un’indagine.
Leggi anche: Rita Dalla Chiesa dice no al Grande Fratello Vip, ma si candida con Forza Italia
Le indagini sula vendita
Proprio l’anno scorso ha sequestrato l’area della ex stazione e ha indagato 10 persone, tra cui Mitrano e Salvatore Forte, pure lui di Forza Italia, all’epoca dei fatti presidente del Cosind. Tra le altre cose, Forte sarebbe attualmente il numero due del Consorzio industriale unico, presieduto proprio dal dem Francesco De Angelis, al centro delle polemiche e delle indagini scattate dopo la diffusione del video della lite tra l’esponente del Pd e Albino Ruberti.
Varianti illegittime
Secondo gli inquirenti, per farla breve, l’area sarebbe stata “venduta illegittimamente”. Inoltre, il Consorzio avrebbe frazionato un terreno adiacente a quello messo a bando, ottenendo anche una variante considerata illegittima: una zona destinata a servizi scolastici trasformata in una zona parcheggio.
Candidatura liscia per Mitrano
Ad ogni modo, per ritornare al nostro tema, nonostante tutto ciò sul groppone, la vicenda non ha impedito a Mitrano di ottenere la candidatura. Ma non si tratta di un unicum nel suo curriculum. Sempre Repubblica sottolinea come anche 14 anni fa, quando scattò l’inchiesta antimafia “Damasco” a Fondi, che ha portato a condanne definitive anche per le infiltrazioni dei clan nella pubblica amministrazione, l’esponente di FI era dirigente comunale in quel Comune.