Roma. Quel volto, tanto simbolico quanto carico di significato, che ha cresciuto diverse generazioni e che ora si affacciava con tanta fierezza sul Colosseo da via San Giovanni in Laterano, nella gaystreet romana, non c’è più. Ad essere visibili sono solamente i colori arcobaleno rappresentativi della comunità Lgbt+ di cui era un’icona per antonomasia.
Distrutto il volto della Carrà nella gaystreet di Roma
L’opera firmata da Mr. Churro ed esposta al pubblico poche settimane dopo la sua morte, il 5 luglio 2021, è andata quasi completamente distrutta. “Meno silenzio, più rumore”, questa era la scritta che accompagnava il murale distrutto e deturpato, già per la seconda volta, ormai. Di fatto, già lo scorso 24 ottobre 2021 il volto della Carrà era stato letteralmente strappato da quel muro.
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L’antecedente con la firma degli estremisti polacchi
All’epoca, il fatto era reso ancora più grave da una firma inconfondibile ritrovata proprio sul luogo del gesto vandalico: l’adesivo di un gruppo di estrema destra polacco che rivendicava il gesto contro la comunità omosessuale, così come spiegato da Il Salotto di Raffaella, gruppo di fan che all’epoca aveva denunciato il fatto.
L’indignazione di Marrazzo su Facebook
Questa volta nessuna firma a quanto pare, ma il gesto rimane: un atto che ha scatenato la reazione di Fabrizio Marrazzo (portavoce del partito Gay Lgbt+ e candidato alla camera nella lista del Movimento 5 Stelle in un collegio uninominale in Puglia, che con un post su Facebook ha espresso la sua rabbia verso l’ennesima “vergogna Capitale”.
Il post e l’appello all’amministrazione capitolina
Nel suo recente post, Marrazzo ha scritto: ”A poco più di un anno dalla scomparsa di Raffaella Carrà e dalla realizzazione del murale LGBT+ a lei dedicato nei pressi della “gaystreet” di Roma, delle persone incivili e a quanto si può intuire dal gesto anche omofobe hanno pensato bene di distruggerlo nuovamente.”
Poi, in chiusura, ha aggiunto: ”Chiediamo al comune di Roma, guidata da una giunta che si definisce progressista e a favore dei diritti civili e della nostra comunità almeno a parole, di dare agli artisti uno spazio controllato e sicuro per fare un murale ufficiale della comunità LGBT+ a Raffaella Carrà.”