Roma. Nella Capitale i pronto soccorso di quattro ospedali registrano un sovraffollamento di pazienti esorbitante. Ad intasarli, soprattutto anziani soli. Il dato emerge da un monitoraggio dei Nas di Roma, riportato anche da La Repubblica. Sono numeri che risalgono all’11 agosto scorso, durante un sopralluogo all’interno delle strutture sanitarie capitoline.
L’allarme dei pronto soccorso a Roma
Gli ospedali visitati dai militari sono, nello specifico, il Policlinico Umberto I, il San Giovanni Addolorata, il Santo Spirito e il Grassi di Ostia. Sono diversi gli aspetti passati in rassegna durante i controlli, tra i quali la presenza in turno dei sanitari tra medici e infermieri, le condizioni in cui si trovano i locali, i farmaci e, come detto, eventuali affollamenti durante le attese.
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I dati dai controlli dei Nas
I dati parlano chiaramente: c’erano cento pazienti, quasi tutti anziani, dei quali 70 che aspettavano di essere trasferiti in reparto o in un altro ospedale. Tra questi, almeno dodici persone erano sistemate su lettini lungo i corridoi. Ancora, durante il sopralluogo, al Santo Spirito c’erano 50 persone al pronto soccorso, tra le quali chi era in attesa del triage, chi era già stato visitato e chi attendeva il trasferimento: quindici, in aggiunta, erano distese su barelle o su poltrone.
Soprattutto anziani soli
Parallelamente, poi, al San Giovanni c’erano 50 pazienti, dei quali 26 aspettavano di essere trasferiti. Al Grassi di Ostia i pazienti in trattamento erano 40 e 15 quelli in attesa del posto in reparto. Un altro dato è saltato all’occhio: la presenza di anziani soli in pronto soccorso, una fetta della popolazione il cui stato di salute dovrebbe essere continuamente monitorato.
Carenza di medici e posti letto
Come ha spiegato durante una intervista il presidente della Società di medicina di emergenza-urgenza del Lazio Giulio Maria Ricciuto, uno degli aspetti principali sui qual i riflettere è l’assenza, su tutto il territorio, di presidi sanitari che possano garantire un’alternativa al pronto soccorso e sopperire così alla grande carenza di medici e infermieri. Senza contare i posti letto, anch’essi continuamente sotto torchio e insufficienti a rispondere alle esigenze territoriali.