Ancora una scoperta in Israele, dove sarebbe venuta a ‘galla’ la posizione di Betsaida. O meglio, il mosaico di San Pietro. E cioè, una decorazione pavimentale di 1500 anni fa che indicherebbe il luogo esatto della perduta città biblica di Betsaida, nella quale nacque l’apostolo.
Il mosaico rinvenuto in una chiesa del I secolo d.C.
Il mosaico, rinvenuto un anno fa durante gli scavi in una chiesa del I secolo d.C. nel Nord di Israele, ha un’iscrizione preziosissima per gli archeologi: in greco antico, tradotta e interpretata come una preghiera di intercessione al “capo e comandante degli apostoli celesti”. Ossia, Pietro, il primo dei seguaci di Gesù
La chiesa in cui è stato rinvenuto il prezioso mosaico viene definita “la chiesa degli Apostoli”. Si tratta di una chiesa costruita per commemorare la casa natale di San Pietro in quella che era la città di Betsaida.
Insomma, quella che oggi è El-Araj nel nord del paese sarebbe proprio la città biblica perduta di Betsaida, situata sulla sponda settentrionale del Mar di Galilea.
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Individuata la città dell’Apostolo Pietro
Una scoperta definita dagli studiosi “eccezionale”, anche perché potrebbe porre fine a una lunga discussione sul fatto che Pietro sia nato a Betsaida o Cafarnao, entrambe menzionate nella Bibbia.
Il Daily Mail spiega come tutto sia iniziato con lo scavo condotto nel 2021 presso le rovine della chiesa bizantina presso el-Araj. Nell’ambiente della sagrestia è cominciato a riaffiorare la decorazione del pavimento con tessere bianche e nere con motivi decorativi floreali incorniciati da un medaglione rotondo. L’interesse degli archeologi è stato però catturato dalle lettere dell’iscrizione.
Il legame di Pietro con la basilica
“Questa scoperta è il nostro più forte indicatore del fatto che Pietro avesse un’associazione speciale con la basilica, ed era probabilmente dedicata a lui – ha spiegato al Daily Mail Steven Notley, archeologo del Nyack College di New York – Dato che la tradizione cristiana bizantina identificava abitualmente la casa di Pietro a Betsaida, e non a Cafarnao come spesso si pensa oggi, sembra probabile che la basilica ricordi la sua casa”.
“Uno degli obiettivi di questo scavo – ha dichiarato il direttore dello scavo Mordechai Aviam – era verificare se abbiamo nel sito uno strato del I secolo, che ci permetterà di suggerire un candidato migliore per l’identificazione della biblica Betsaida. Non solo abbiamo trovato resti significativi di questo periodo, ma abbiamo anche trovato questa importante chiesa e il monastero intorno ad essa”.
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