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Fernando Couto, un vero e proprio guerriero per la difesa biancoceleste

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La compagine biancoceleste ha spesso e volentieri avuto dei grandissimi difensori centrali. Uno su tutti sicuramente Alessandro Nesta, che è diventato un vero e proprio simbolo della Lazio nel corso degli anni. Al giorno d’oggi, chiaramente, si rimpiangono campioni di questo calibro, anche se il calciomercato è ancora aperto e su questo portale di Lazio News si può sempre restare aggiornati su ogni novità in tal senso e non solo.

Tra i migliori centrali che hanno vestito questa maglia troviamo senz’altro il portoghese Fernando Couto. Probabilmente, è stato uno dei centrali più rocciosi e fisici che hanno giocato nella Lazio, anche se spesso e volentieri la sua irruenza e il suo carattere eccessivamente su di giri l’hanno spesso fatto incappare in ammonizioni e pure tante espulsioni.

Un temperamento più che focoso

Sotto quella folta chioma caratterizzata da tanti riccioli, Fernando Couto nascondeva un temperamento spesso e volentieri fin troppo acceso. Un vero e proprio guerriero che, a volte, però, scambiava il campo da calcio per una vera e propria battaglia.

In fondo, però, Fernando Couto è stato uno degli stopper più temuti nel calcio italiano degli anni Novanta. Alla stregua di tanti altri interpreti simili del ruolo, anche il difensore portoghese puntava sulla classica filosofia, “o passa la palla o passa la gamba, non tutte e due”.

Se la tecnica di base del difensore lusitano era comunque sufficiente, in campo si notava fin dal calcio d’inizio per un’irruenza e una durezza nei contrasti anche eccessiva. Non solo, visto che uno dei principali punti di forza di Couto è sempre stata l’elevazione. Proprio per questo motivo, spesso e volentieri sovrastava i suoi avversari sulle palle alte e questo aspetto lo rendeva estremamente pericolose anche per le sue sortite in area avversaria sui calci d’angolo e sulle altre palle inattive.

Le vittorie con il Porto

Couto è nato nel 1969 a Espinho, in un mese caldissimo come agosto, e forse è probabilmente questo il motivo per cui ha sviluppato un carattere così focoso. Con il Porto fa il suo esordio a soli 19 anni e con la compagine lusitana comincia già a riempire la sua bacheca personale, visto che trionfa la Supercoppa Europea e la Coppa Intercontinentale, anche se non è mai sceso in campo.

Da questo momento la girandola di prestiti sia in seconda che terza serie, laureandosi intanto campione del mondo Under 20, con una compagine nazionale che poteva contare su talenti di altissimo calibro, come Paulo Sousa, Rui Costa, Joao Pinto e pure Luis Figo.

Il trasferimento al Parma e poi alla Lazio

Il difensore lusitano aveva già avuto uno scontro estremamente acceso con la Nazionale Italiana. Alle qualificazioni verso i Mondiali del 1994, infatti, rifilò un pugno in faccia a Casiraghi. Proprio nello stesso, ecco che cambia maglia, arrivando in Italia al Parma, con un investimento pari a 4 miliardi e 900 milioni di vecchie lire, firmando un contratto di tre anni.

In men che non si dica, Fernando Couto riuscirà a entrare tra i preferiti del tecnico Nevio Scala, soprattutto per la sua capacità di adattamento a giocare libero in una difesa che marca a uomo, nonostante fino a quel momento avesse giocato più che altro in una difesa con marcatura a zona.

Le prestazioni con la maglia del Parma convincono il Barcellona a puntare su di lui e la bacheca di Couto continua a riempirsi, ma nel 1998 fa il suo grande ritorno in Italia, fortemente voluto da Sergio Cragnotti e dalla sua intenzione di allestire una super squadra in grado finalmente di competere per lo scudetto anche per l’Europa che conta.

Un acquisto più che azzeccato, dal momento che il lusitano diventerà un elemento imprescindibile della difesa biancoceleste. Con la maglia della Lazio giocherà per ben sette stagioni, e vince tanti trofei, tra cui uno scudetto, due Coppe Italia, due Supercoppe Europee, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Europea, ma non si dimenticano i suoi tackle durissimi e ruvidi, anche nei confronti di tanti compagni di squadra in allenamento. Lascia la capitale con 11 reti in 217 partite e vestendo la fascia da capitano nell’ultima stagione in biancoceleste.

 
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