C’è chi studia per mesi, si prepara giorno e notte. Poi arriva al giorno del test, pensa di aver risposto correttamente a tutte le domande. Ma quando esce la graduatoria il suo nome non c’è, non compare. E allora si ritenta fino a quando molti non decidono di abbandonare, di percorrere strade alternative. Perché il test d’ingresso all’Università di Medicina è sempre stato discusso. E ora è finito di nuovo al centro delle polemiche. Il motivo? L’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, ha chiesto che quei quiz, che di fatto permettono agli aspiranti medici di iniziare a studiare, vengano aboliti. Così di dare modo a tutti entrare, in un periodo difficile per gli ospedali. Prima l’emergenza Covid (che ancora non si può dire conclusa), poi il personale sanitario stremato, tra aggressioni sempre più frequenti e attese infinte. I medici servono e fare una selezione, così ristrettiva, per D’Amato forse non ha senso.
La proposta di abolire i test di medicina
La situazione degli ospedali
Ingresso libero a tutti, più ‘aspiranti’ medici. E, si spera, meno problemi. Questo perché, in realtà, la situazione degli ospedali della Capitale (ma non solo) non è delle migliori e spesso i rappresentanti sindacali dell’UGL Salute Lazio hanno denunciato le condizioni complicate cui devono far fronte gli operatori sanitari del 118. Tra barelle bloccate, attese infinite e ambulanze ferme per ore. A tutto questo, poi, si aggiungono le aggressioni sempre più frequenti al personale sanitario, che al lavoro non si sente al sicuro. Come, forse, dovrebbe.
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