Roma. L’auto era stata rubata, sotto casa, in via Canzoni del Piave al Laurentino nel posto riservato agli invalidi dove era parcheggiata, lo scorso 28 giugno. Jonathan, da allora, è ancora chiuso in casa senza potersi muovere. Il Doblò attrezzato per disabili resta sotto sequestro, nelle mani della polizia scientifica.
Rubato il Doblò per il trasporto disabili
Una disavventura che Jonathan sta pagando a caro prezzo: il mezzo era stato usato con un’altra targa rubata, per mettere a segno una rapina a un portavalori a Torre Angela. Dopo la rapina, quel Doblò era stato avvistato tutto ammaccato, con gli sportelli a terra e i vetri rotti.
La testimonianza del padre di Jonathan
Era il primo luglio. ”Mi confermarono che dentro c’era la pedana allungabile che permette alla carrozzina di essere agganciata durante il trasporto”. Da allora suo figlio è ancor più limitato negli spostamenti, perché ”è complicato e faticoso metterlo in macchina da solo” – spiega al Messaggero Giovanni Fontana, il padre del 36enne Jonathan, costretto sulla sedia a rotelle. Poi, Giovanni, aggiunge: ”Mi hanno contattato dalla Questura di Roma per firmare un foglio che dovrebbe accelerare i tempi per sbloccare la situazione e dissequestrarlo, sta tutto in mano alla polizia scientifica”.
Nessuna notizia del Doblò
In tutta questa vicenda, poi, per giunta, il signor Fontana fino al 22 luglio non ha più avuto notizie della sua auto. Solamente qualche tempo dopo ha ricevuto una telefonata non proprio esplicativa delle tempistiche di riconsegna: ”Non mi hanno saputo dire niente, neanche dove era finito il Doblò, in quale deposito giudiziario si trovasse”.
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L’incertezza sui tempi di riconsegna è ampia, ma una cosa è certa: da quando manca quel Doblò i movimenti di Jonathan sono praticamente inesistenti. E Jonathan che ama uscire, andare al mare, all’Eur per la fisioterapia è chiuso in casa da tempo immemore ormai.
Il labirinto della burocrazia
”Mi hanno chiamato dalla Questura e detto che dovevano fare ancora accertamenti approfonditi sui liquidi organici, che solo alla fine di tutte le verifiche, passerà tutto al magistrato che disporrà il dissequestro della macchina, che poi dovrò riparare e secondo me, arriveremo a ottobre, perché è un bel danno. Nel frattempo mio figlio continua a non poter uscire e mi dispiace tanto. Mi chiedo cosa ancora stiano cercando hanno tolto copri sedili e tappeti… quelli erano dei professionisti, hanno usato diverse auto rubate.” – continua il padre affranto.
Tanti problemi, intricati corridoi burocratici all’italiana che irrompono scombussolando la vita di persone che già sono alle prese con i loro problemi quotidiani. Per fortuna, però, qualcosa sembra muoversi, e il signor Fontana aspetta sempre fiducioso. ”Ho firmato un avviso della Questura, quinta sezione, per accertamenti tecnici non ripetibili disposti dalla Procura che avverranno oggi e che prevedono esami di genetica forense, balistica ed evidenziazione impronte latenti”.
Gli antefatti e l’assalto al portavalori
Il mezzo in questione, quel fatidico Doblò, venne impiegato per una rapina, per speronare un portavalori e mettere a segno una rapina davanti all’ufficio postale di via Antea, tra spari in aria, una guardia giurata ferita, gente che andava a rifugiarsi nei negozi spaventata, quindi la fuga di cinque banditi a bordo di altre auto con un bottino di 350mila euro. E, poi, in tutto questo, una vittima completamente innocente: Jonathan che ancora aspetta di poter assaporare quella libertà che gli è stata, ancora una volta, negata.