Non riesce a darsi pace la mamma di Alice Scagni, la ragazza di 34 anni che la sera del 1 maggio scorso è stata uccisa dal fratello Alberto, 42 anni. La donna, distrutta dal dolore, ha inviato al procuratore del capoluogo ligure una lettera perché ha solo un obiettivo: far divulgare le telefonate in cui lei e tutta la sua famiglia chiedevano aiuto per curare il figlio Alberto. La lettera è stata affidata ai giornali Il Secolo XIX, la Stampa e la Repubblica, ma ecco cosa ha detto la donna, distrutta dal dolore. Lei che, in pochi istanti, ha perso due figli.
La lettera della mamma di Alice Scagni
“Ho visto in modo prepotente e spietato insorgere la malattia in Alberto e progredire in modo inesorabile alimentata proprio dall’amore che aveva per sua sorella con la quale aveva sempre avuto un rapporto speciale. Ho cercato in tutti i modi che conoscevo di arginare quella malattia che mi spaventava sempre di più fino a non riconoscere più mio figlio. Abbiamo cercato aiuto nelle istituzioni. Ci siamo imbattuti in una fredda e ignorante burocrazia. Indolente ma prepotente nel suo reiterato e pigro rifiuto di farsi carico del proprio ruolo di garanzia ed aiuto verso i cittadini in difficoltà. Abbiamo chiesto a chi doveva e ne aveva il potere di fermarlo e di curarlo. Quelle telefonate sono state registrate e sono agli atti del fascicolo. Perché ce le nega?”.
Il procuratore ha risposto che i file verranno divulgati più avanti. Ma mamma Antonella non ci sta. “Ho l’atroce sospetto che l’unico motivo per il quale non mi vengono date è quello di far calare il silenzio su ciò che è accaduto. Il procedimento è contro ignoti, mi dicono – afferma la donna – ma io so perfettamente chi sono gli ignoti, li ricordo bene ad uno ad uno. So che questo potrebbe consentire a che rimanga aperto nel limbo per anni. L’inchiesta è su altri aspetti? Forse mia figlia Alice è stata uccisa da altri e non da suo fratello? Io dico da madre alla quale sono stati uccisi due figli: abbiate il coraggio di rendere pubblico il drammatico dialogo di un genitore che invoca disperatamente aiuto sapendo che il proprio figlio, delirante, impazzito, sta per uccidere sua sorella, e la risposta delle forze dell’ordine. O forse la vergogna di qualcuno deve essere protetta?”.