Rinviati a giudizio, su disposizione del giudice Giuseppe Coniglio del Tribunale di Civitavecchia, i vertici di Acea Ato 2 in carica nel 2017. L’accusa è di disastro ambientale aggravato ai danni del lago di Bracciano.
L’udienza, che si è tenuta oggi, ha visto anche la sentenza di non luogo a procedere che ha portato al proscioglimento di tutti gli altri imputati del procedimento penale. La prima udienza del processo è fissata per il 4 maggio 2023. Tra gli imputati, come dalle accuse formulate dal sostituto procuratore Delio Spagnolo che ha istruito il procedimento, ci sarà anche l’attuale direttore generale di Ama.
La situazione del lago
Nel frattempo, oltre a permanere le alterazioni dell’ecosistema per il quale proseguono le attività di monitoraggio, il livello del lago di Bracciano si attesta oggi a -115cm* rispetto allo zero idrometrico: oltre 80 cm al di sotto del livello medio registrato negli ultimi cento anni. Le istituzioni del lago prendono atto di come il giudice nella sua scelta abbia ben compreso quanto sia importante tutelare l’ecosistema lacustre che, solo grazie allo stop ai prelievi, è riuscito a recuperare centimetri preziosi in questi 5 anni.
Come previsto dagli esperti infatti, il lago è ancora molto lontano dal raggiungere il livello soglia: sarà un processo lento e graduale la cui tendenza, ora che sono fermi i prelievi, è fortemente correlata alla quantità delle precipitazioni, che nel 2022 si sono finora mantenute molto al di sotto della media annuale. Gli effetti dei cambiamenti climatici sono ormai evidenti a tutti, se proseguiranno anni siccitosi e con alte temperature, così come nel 2022, il tempo necessario sarà ancora più lungo. Oggi, viene riconosciuta la fondatezza dell’allarme lanciato nel 2017, e di come fosse indispensabile fermare i prelievi.
“Faccia un passo indietro”
“Il rinvio a giudizio del direttore generale di ama per disastro ambientale pone alla amministrazione di Roma Capitale un problema di opportunità. Siamo e rimaniamo Garantisti e crediamo nella presunzione di non colpevolezza fino al terzo grado di giudizio fissata nella costituzione, ma segnaliamo che in un momento come questo, particolarmente drammatico per la gestione dei rifiuti, Ama deve essere forte ed inattaccabile. Auspichiamo quindi un passo indietro da parte del Direttore generale nell’interesse della azienda e della città”.
Così in una nota i consiglieri capitolini di fratelli d’Italia Giovanni Quarzo, Francesca Barbato, Andrea De Priamo, Lavinia Mennuni, Rachele Mussolini e Federico Rocca.