Ha fatto di tutto (e continua a farlo) per sua figlia Amina, che oggi ha 38 anni e che da quando è piccola, purtroppo, ha una disabilità gravissima a seguito di un tumore al cervello avuto in tenera età. L’avevano data per ‘spacciata’, le avevano dato poche aspettative di vita. Eppure, Amina è ancora al fianco della sua adorata mamma, la coraggiosa Rita Basso, che continua a portare avanti la sua ‘battaglia’, che in realtà forse, in una realtà civile, non dovrebbe neanche esistere. Lei chiede ‘semplicemente’ un’assistenza domiciliare, qualcuno che l’aiuti, che stia vicino alla figlia. Perché prendersi cura di lei, ogni giorno, h24, diventa complicato: tutte le attenzioni, come è lecito, sono su Amina. Ma anche Rita ha dei problemi e chiede solo di essere ascoltata, affinché la Regione, che sembra essere sorda alle sue richieste, fornisca l’assistenza infermieristica a casa.
L’appello della mamma di Amina
Alla disabilità gravissima di Amina, si aggiunge purtroppo una condizione di salute non certo delle migliori della mamma Rita. La donna, infatti, ci ha raccontato di avere seri problemi alla schiena, dalla prima vertebra al coccige. Eppure, nonostante questo continua ad assistere sua figlia Amina con continuità, giorno e notte, senza sosta. Quando, in realtà, al suo fianco dovrebbe esserci anche qualcuno di competente. E Rita continua la sua battaglia perché da tempo, ormai, chiede alla Regione e alla Asl di rispettare la sentenza, affinché sua figlia abbia l’assistenza infermieristica h34 a casa. Rita chiede di potersi curare, di fare altri esami perché se lei sta bene è sicuramente più in grado di stare vicino alla figlia. Ma continua a sentirsi sola, abbandonata, ma non certo da chi la segue e sta sostenendo la sua ‘lotta’.
Chi vuole può continuare ad aiutare Rita e per farlo bastano pochi passaggi: scrivere una mail e indirizzarla sia alla Regione Lazio che ai vertici della Asl. La richiesta è sempre la stessa: assistenza domiciliare infermieristica h34 per Amina, con una equipe stabile che possa garantire la continuità assistenziale. Di cui Amina necessita.
Il Tribunale Civile di Roma, d’altra parte, ha sentenziato l’assistenza infermieristica domiciliare, ma le società private autorizzate dalla Regione Lazio per la gestione non hanno personale stabile. E la mamma di Amina non ha pace.
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