Come procede il mercato del noleggio a lungo termine? Per rispondere a questa domanda prenderemo ad esempio due rapporti, uno di ANIASA risalente al 2020 ed uno di Dataforce che, invece, rispecchia la condizione attuale.
Il settore del noleggio a lungo termine ha subito, com’è ovvio, una forte battuta d’arresto nei mesi più duri della pandemia. Da questa frenata, tuttavia, è emersa una novità sostanziale che testimonia la volontà delle aziende di questo mercato di non farsi travolgere da nessuna avversità: l’exploit dei portali web come quello del Noleggio Gocar.
Grazie al web e agli investimenti online, quindi, il noleggio a lungo termine ha governato con efficienza l’urto economico. La permanenza sul mercato è stata garantita anche da decisioni strategiche come il prolungamento dei contratti e il taglio alle nuove immatricolazioni.
Dal 2020 ad oggi: cosa è cambiato?
Nel 2020 la flotta dei veicoli da nolo superava la quota del milione ma, secondo l’allora presidente Massimiliano Archiapatti, i veicoli nuovi e usati del noleggio a lungo termine avrebbero potuto contribuire a ridurre il green divide del Paese, accelerando la sostituzione degli 11 milioni di veicoli con oltre 15 anni di anzianità.
I numeri del noleggio a lungo termine, tuttavia, cambiano rapidamente nel giro di due anni e tornano a salire. Nel 2021 le auto noleggiate a lungo termine sono state oltre 250 mila, con una crescita del 18,1% rispetto al 2020. Per quanto riguarda il noleggio dei veicoli commerciali leggeri, invece, sono state registrate 45,704 immatricolazioni per una crescita del 20,3% rispetto all’anno precedente e un risultato superiore anche al 2019.
Chi noleggia auto a lungo termine?
Il mercato, ad oggi, si compone di un’incidenza più marcate delle flotte aziendali e commerciali, con una quota di mercato pari al 58%. A seguire ci sono i liberi professionisti che ricoprono il 28% e, infine, i privati che rappresentano una quota di mercato ridotta ma significativa, pari al 14%.
Nel primo trimestre del 2022 i privati hanno noleggiato prevalentemente Ford Puma, BMW X1, Fiat Panda, Smart ForTwo e Ford Kuga.. Le flotte aziendali, invece, hanno mostrato preferenze simili con l’aggiunta della Golf di Volkswagen, Lancia Ypsilon, Citroen C3 Aircross ed Ople Mokka.
A che punto siamo con le auto green?
Elettriche ed ibride faticano ad emergere, soprattutto per via della mancanza di torrette di alimentazione, per le quali, tuttavia, il Governo ha previsto una diffusione capillare. Tale obiettivo deriva dalla votazione a maggioranza del Parlamento Europeo che ha approvato il cosiddetto pacchetto Fit for 55 proposto dalla Commissione incaricata nel quadro Green Deal. Tale manovra prevede la riduzione al 100% delle emissioni di CO2 entro il 2035 e, quindi, una serie di interventi volti a potenziare i parchi auto nazionali con vetture elettriche o ibride.
Il pacchetto prevede una serie di proposte per attuare iniziative in linea con gli obiettivi climatici concordati in sede di Consiglio e Parlamento Europeo. Tra gli obiettivi figurano la garanzia di una transizione socialmente equa, nel rispetto dei principi di innovazione e competitività dell’industria automotive diretta ed indiretta dell’Unione.