Tor Cervara, area Est del Comune di Roma a ridosso del Raccordo Anulare. Sono le 21 circa di martedì 28 giugno. Qualcuno ha appena investito un grosso cane – verosimilmente fuggito da uno dei tanti accampamenti della zona, tra Ponte Mammolo e San Basilio. L’impatto è stato fortissimo. Ma il povero animale – un simil-labrador color champagne – non è stato soccorso dal suo investitore, che, come spesso accade in questi casi, ha pensato bene di accelerare e di svignarsela prima di essere riconosciuto e identificato. Ed è rimasto esanime sull’asfalto, con il rischio di morire dissanguato.
Cane investito e salvato da un ‘rider’ a Tor Sapienza
Qualcuno, però da lassù ha mandato un angelo. Un giovane rider che tornava dal suo giro di consegne a Tor Sapienza, intravede in lontananza un uomo che fa segno alle auto di fermarsi.
“Mi sono subito accostato al marciapiede – racconta il giovane – e ho chiesto a quel signore cosa stesse accadendo. Mi ha mostrato il cane sull’asfalto e mi ha detto che lo avevano appena investito. Poiché lui aveva il telefono scarico mi ha chiesto di chiamare qualcuno in soccorso della povera bestiola che non si muoveva e soffriva molto. Così ho telefonato alla mia ragazza (la mamma aveva fatto volontariato proprio con gli animali) Mi ha suggerito di chiamare i vigili”.
Le pattuglie sono tutte impegnate per l’emergenza roghi – è stata la risposta. Dovete rimanere in zona fino a che non se ne libera una. Ma non sappiamo quanto tempo passerà.
Intanto Max (lo abbiamo battezzato così sperando sia di buon auspicio) era immobile, traumatizzato a terra
“Possiamo inviarvi la pet in time – dichiara la municipale – ma non sappiamo quanto tempo passerà… hanno aggiunto gli agenti.
La famiglia decide allora di contattare la vicina clinica veterinaria.
Il calvario di ‘Max’
La prima preoccupazione degli operatori della struttura sanitaria è quella di presentare il conto ai due volontari: 1000 euro per le prime cure e accertamenti. I due fratelli si spaventano e, non potendo pagare simile cifra, attivano la procedura. Era già mezzanotte e naturalmente a quell’ora il canile di Roma è chiuso.
Quindi, ironia della sorte, il povero Max finirà comunque in una clinica, non sappiamo quale, portato lì dall’ambulanza veterinaria.
Nel frattempo – secondo la testimonianza del giovane salvatore – Max aveva smesso fortunatamente di perdere sangue. Notavano tuttavia, fratello e sorella, che la bestiola era piena di zecche e malnutrita.
La Pet in Time richiama finalmente i due giovani e li invita a…chiamare i vigili, che dovevano allertare la Asl.
“Ci dicono di attendere con pazienza che saremmo stati il loro prossimo intervento. Sono passate tre ore!” “Abbiamo fatto quello che abbiamo potuto. Lo abbiamo adagiato su un telo e messo sul marciapiede, perché l’asfalto era bollente. Lo abbiamo dissetato con una siringa perché non muoveva la bocca – dice il ragazzo. Sembrava un esemplare giovane a prima vista e ci faceva un gran pena”.
In cerca di adozione
Che fine ha fatto il povero Max dopo essere stato finalmente prelevato a mezzanotte di un giorno da cani dalla Pet In Time?
“Ci sono voluti tre giorni per avere sue notizie. Il canile non ci ha mai risposto. Lo abbiamo ritrovato sul sito del rifugio soltanto ieri, dopo tre giorni. Ma almeno…era vivo!”
Sulla vicenda sta indagando ora l’avvocato Giada Bernardi dell’Associazione Giustizia Animale che si occuperà anche di trovare allo sfortunato cane, un’ottima adozione. Del ‘caso’ si sta interessando anche l’Associazione Non Solo Pets.
Rosanna Sabella