Roma. Quando si parla di immondizia e rifiuti nella Capitale, bisogna sempre rifletterci due volte, forse tre. Il problema è storico, e una strana mescolanza di cattiva amministrazione e scarsa diligenza civile, creano un mix davvero distruttivo per la collettività.
I rifiuti a Roma: dalle periferie al Centro una diapositiva imbarazzante
A ciò, poi, si aggiunge la questione, anch’essa secolarizzata, delle ingenti risorse economiche che l’amministrazione capitolina ogni anno spende per poter mandare l’immondizia fuori, per mezzo di enti terzi.
Ma il problema più evidente, in superficie, che non passa mai inosservato, è senz’altro l’intasamento sulle strade. E non parliamo solamente delle periferie, ma anche nel Centro storico bombardato da turisti e pellegrini. Senza contare, per citare l’ultimo caso, il rogo che ha messo al tappeto uno dei due Tmb di Malagrotta.
L’intervento di Lorenza Bonaccorsi
Bustoni neri con gli scarti che traboccano dai cassonetti, oppure accantonati davanti ai locali, vermi, blatte, ratti che ne approfittano. Dal Centro storico fino al quartiere Prati, è sempre la stessa storia da anni ormai. La radiografia è assolutamente imbarazzante per la Capitale, e per questo Lorenza Bonaccorsi ieri ha chiesto un intervento risolutivo ad Ama. Ed ecco che arriva la prima novità.
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Novità dal 10 luglio: vigilantes dei rifiuti
A partire dal 10 luglio in strada scenderanno i primi vigilantes dei rifiuti. Una sperimentazione sul metodo che partirà da Borgo Pio, all’ombra del cupolone di San Pietro, con una squadra di dipendenti di Ama a fare la guardia alle postazioni per il porta a porta e i locali.
La doppia missione dei vigilantes
Per loro, una doppia missione: le sentinelle dovranno anzitutto avvisare i colleghi deputati alla raccolta a bidoni pieni per il ritiro in tempo reale. Ma poi avranno anche il compito di indirizzare i residenti. Due numeri, per intenderci: il I Municipio ospita il 60% delle attività produttive di Roma e produce il 25% dei rifiuti della Capitale. Dunque gli errori pesano e le sentinelle non dovranno solamente vigilare, ma anche educare. Certo, infine, anche sanzionare.
Il termovalorizzatore a Santa Palomba
Nel frattempo il tema termovalorizzatore, alias inceneritore, continua faticosamente la sua traversata in società. Un avanzare lento, in quanto la trattativa per il terreno individuato a Santa Palomba per ora pare essersi arenata. Tuttavia, qualche barlume si intravede, almeno sul futuro assetto societario ipotizzato: il 70% della società per l’inceneritore dovrebbe essere in pugno Ama, il restante 30% spetterebbe, invece, ad un partner privato.