Roma. In questi giorni una combo micidiale di siccità e incendi sta letteralmente devastando la Capitale, ma non solo. L’allarme incendi arriva per tutta la Regione. E dire che siamo soltanto agli inizi della stagione estiva.
In molti Comuni sono già scattate le misure di prevenzione e razionamento dell’acqua, con multe anche abbastanza salate per chi decide di fare un uso improprio, oppure superfluo dell’acqua.
Roma assediata da siccità e incendi
Ma soprattutto, ci sono le fiamme. Soltanto nella giornata di lunedì sono stati 9 i roghi che hanno devastato la città di Roma, e l’aria era diventata irrespirabile. Le temperature, poi, non accennano a diminuire, le piogge sono lontane secondo le previsioni, e basta una folata di vento per far prendere fuoco alle sterpaglie secche disseminate ovunque. Quando, poi, le fiamme raggiungono le abitazioni, la situazione diventa davvero critica.
La siccità innescata dall’assenza di piogge e dalle temperature elevate comporta inevitabilmente una carenza di acqua. L’agricoltura ne sta già risentendo. Ma l’acqua serve anche a spegnere gli incendi, e se manca l’acqua e aumentano gli incendi, ebbene la situazione diventa davvero catastrofica.
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L’incendio di Casalotti: pompieri rimasti senza acqua
Ricordando, infatti, l’incendio degli ultimi giorni a Casalotti, proprio in quella occasione, come racconta anche Repubblica, i Vigili del Fuoco avevano finito l’acqua e i residenti avevano cercato di estinguere il maxi rogo al deposito delle merci del mercato rionale in via Borgosesia, a Roma Nord, con tanto di secchi e le bacinelle. Poi, qualche ora più tardi, alle 20.00 circa, rischiavano di bruciare anche il porto di Ostia e l’Idroscalo.
Ostia: mancano le unità di intervento
Proprio ad Ostia, i cittadini avevano prontamente allertato i Vigili del Fuoco, ma la caserma di Ostia in via Celli, che normalmente garantisce l’arrivo sul posto della prima squadra al massimo in sette minuti, era vuota. I mezzi e gli operatori erano tutti impegnati su un intervento ad Ardea.
Oltre 400 incendi in 48 ore
Anche in quel caso, si trattava di un incendio di vaste dimensioni. All’Idroscalo non arrivava nessuno per circa un’ora, così una ventina di persone, inferocite dai ritardi, si recarono in caserma, per protestare. “Non è colpa nostra – spiegavano loro i pochi pompieri in sede – non abbiamo altre unità disponibili”.
Oltre a ciò, almeno altri due interventi lunedì sono stati disertati perché non c’erano altre risorse disponibili. Quattrocento incendi in 48 ore sono tanti, ma non si tratta di una calamità imprevedibile come un terremoto.
Roma da sola non ce la fa
E tutto questo, nonostante lo stato di emergenza dichiarato dal Viminale fino alle 20 di oggi. La città di Roma, da sola, non riesce a far fronte alle emergenze incendiarie. La circolare ministeriale prevede “il trattenimento del personale in servizio fino al raddoppio del turno per tutte le sedi – recita il testo – a eccezione di quelle aeroportuali”, con un potenziamento su Roma di 80 unità arrivate dall’Umbria, dalle Marche, dalla Toscana, dall’Abruzzo, dal Molise, dalla Campania.