Da dieci giorni i residenti di via Basilio Puoti, nel quartiere Monte Mario non possono aprire le finestre. Se lo facessero, sarebbero sommersi dal tanfo e dalle mosche carnarie.
Al di la’ del cancello reso inaccessibile dalla folta vegetazione, giacciono – insieme alle carcasse di due cinghiali – almeno 12 dei 18 gatti appartenenti alla vicina colonia felina – uccisi dal veleno.
Un veleno che nessun residente si è mai sognato di spargere in questa area, perché tutti hanno grande rispetto per Piero, l’uomo che da anni del recupero dei gatti randagi ha fatto la sua missione. Il grave fatto è stato segnalato qualche giorno fa da una famiglia il cui balcone affaccia proprio sulla Riserva dell’Insugherata.
La richiesta di intervento
“Abbiamo chiamato la Polizia Locale – spiegano – Una volta giunti sul posto, ci hanno detto che per loro era impossibile addentrarsi nel canneto”.
Morale della “favola”: le carcasse putrescenti sono ancora lì a marcire sotto il sole cocente, mettendo a rischio la salute pubblica degli abitanti della zona.
“Certo che li avvelenano – esplode una maestra elementare, che senza mezzi termini aggiunge: “Ci hanno detto che la gente ha paura dei fucili e degli spari. E poi, parliamoci chiaro… quanto costerebbe alla Regione ricorrere alle modalità di abbattimento previste dal PRIU dovendo eliminare 50mila esemplari? pensate solo al numero di gabbie necessarie per la cattura…”
Proviamo a contattare la Polizia Locale di Monte Mario. La risposta che riceviamo ci lascia interdetti.
“Sì, conosciamo il problema, ma non ci è possibile accedere perché il canneto impedisce il passaggio. E comunque – aggiunge al telefono l’agente – non è un problema nostro. La gestione delle riserve naturali è a carico della Regione Lazio e Roma Natura. Noi abbiamo provato a sollecitare entrambi per un tempestivo intervento, ma non ci hanno mai risposto. Questo è il numero – conclude l’operatore – non mi resta che augurarvi buona fortuna”.
Ancora sul posto, facciamo anche noi svariati tentativi di collegarci con l’interno “Guardiaparco di Montemario”.
“Siamo spiacenti – recita la voce automatica. Al momento non ci è possibile rispondere alla sua chiamata. Vi preghiamo di riprovare più tardi”.
Non ci resta che chiamare – come suggerito dagli stessi vigili – il numero verde 803 555.
Ci sorprende non poco che la risposta sia immediata. Il nostro interlocutore sottolinea che non potranno intervenire per le carcasse dei gatti, ma lo faranno – previa telefonata del veterinario di competenza – nella stessa giornata di oggi.
L’intervento
Gli operatori sono effettivamente arrivati poco dopo, insieme a un veterinario. E hanno prelevato il cinghiale morto, che stava lì ormai da oltre 10 giorni. L’odore nauseabondo ammorbava l’aria. Il sospetto è che ci sia una seconda carcassa di cinghiale avvelenato nel canneto, non visibile dal cancello e dalle abitazioni. Il tanfo, infatti, è rimasto. Ma, come detto all’inizio, resta da chiarire chi abbia messo il veleno. Tanto da uccidere animali di grossa stazza come i cinghiali. Gli abitanti della palazzina non sono di certo. E nella zona non si erano mai verificati episodi simili. Che sia una “soluzione” crudele ma economica? A pensare male, dice il proverbio, si fa peccato. Ma spesso si indovina…