È ancora avvolta nel ‘mistero’ la morte di Massimo Bochicchio, l’uomo morto ieri, in sella alla sua moto, in quello che sembrerebbe essere un incidente, che purtroppo ha avuto il peggiore degli epiloghi. Eppure, chi indaga non sta certo escludendo altre piste: dal malore alla vendetta. Massimo Bochiccio, infatti, era agli arresti domiciliari per riciclaggio e abusiva attività finanziaria (ma aveva un permesso) e martedì avrebbe avuto un’udienza per il processo che lo vedeva accusato di aver truffato anche alcuni vip e personaggi dello sport, come il calciatore Stephan El Shaarawy e gli allenatori Antonio Conte e Marcello Lippi. In tutto 34 persone avevano denunciato la truffa, superiore a 70 milioni di euro.
Come è morto Massimo Bochicchio?
C’è chi parla di incidente, chi di suicidio, chi non esclude la pista della vendetta. Sull’asfalto, in realtà, non sarebbero stati trovati segni di frenata e alcuni testimoni oculari hanno raccontato che la moto avrebbe preso fuoco prima di impattare contro il guard rail. Un’ipotesi, questa, che gli inquirenti dovranno vagliare e confrontare con eventuali filmati registrati dalle telecamere di sicurezza della zona. In ogni caso, resta da fare chiarezza: capire se il broker abbia avuto un malore o se abbia deciso di suicidarsi in quel momento. Così, come non si può escludere, tra le piste, quella della vendetta: qualcuno ha voluto mettere in pratica un ‘regolamento di conti’?
Il cognato: ‘Non è un suicidio’
Non crede al suicidio il cognato del broker, che intervistato dal Messaggero ha raccontato che quella di ieri doveva essere una domenica come tante.
“Non lo sappiamo (dove stava andando, ndr), forse era uscito per farsi un giro potendo farlo in ragione del permesso, ma per dove è avvenuto l’incidente stava rientrando a Roma, eppure non aveva appuntamenti. Sapeva portare le moto, probabilmente ha preso fuoco dopo l’impatto ma sulla strada non ci sono segni di frenata, forse ha avuto un malore o qualcuno l’ha stretto” – ha spiegato l’uomo, che ‘scarta’ l’ipotesi del suicidio, perché convinto che Massimo Bochicchio avrebbe ‘scelto’ un’altra strada, non si sarebbe andato a schiantare volontariamente contro un muretto.
La dinamica dell’incidente mortale di ieri sulla Salaria
Massimo Bochicchio, noto broker, ha perso la vita ieri, poco prima delle 12, in via Salaria, all’altezza dell’aeroporto dell’Urbe, al civico 875 in direzione Roma. Prima avrebbe perso il controllo della sua moto, poi si sarebbe schiantato contro il guard rail. Il mezzo, una BMW, è andata completamente distrutta, sia dallo schianto che dalle fiamme, quindi per il conducente non c’è stato scampo. Ora per capire cosa sia davvero successo saranno fondamentali gli esami autoptici, mentre chi indaga continuerà a passare al setaccio la vita della vittima, capire se abbia ricevuto o meno delle minacce. Lui che si sarebbe dovuto presentare alla terza udienza del processo a suo carico.
Roma, si schianta contro il guard rail e la moto si incendia: morto centauro