Da Roma a Dubai, con il portafogli grondante e un rinnovato conto in banca da capogiro, rimpolpato con centinaia di migliaia di euro sottratti direttamente alla Regione Lazio. L’ex presidente della società Microcredito italiano Spa, Massimo Severoni, è stato condannato a restituire la somma alla Pisana: si tratta di 498.900 euro. Nel corso del processo è stato giudicato in contumacia, come si dice, dal momento che è residente nella città degli Emirati Arabi. In una località, tra l’altro, super dispendiosa e da veri miliardari: Palm Jemeirah.
Intascato quasi mezzo milione dalla Regione
Il denaro di cui si è impossessato faceva parte di un fondo stanziato dalla Regione per supportare le piccole imprese locali. Direttamente nel suo portafogli erano finite quelle somme: Severoni avrebbe intascato i soldi tramite una ragnatela di società, di cui 19 situate all’estero, e anche grazie ad alcuni imprenditori compiacenti che hanno partecipato alla joint venture.
Il raggiro attraverso la ”ragnatela” di società
Secondo l’accusa i fondi sarebbero stati girati a società riconducibili all’ex presidente di Microcredito italiano simulando rapporti commerciali in realtà inesistenti e fittizi, creati ad hoc. Il raggiro era stato scovato dalla Guardia di Finanza: nel mese di settembre del 2020, poi, la Procura di Roma aveva ottenuto l’arresto di Severoni con le accuse di concorso in peculato, autoriciclaggio e appropriazione indebita. La misura, però, non era stata eseguita, dato che il soggetto si era già trasferito.
La Microcredito di Severoni, con sede nel quartiere Parioli, maneggiava i soldi stanziati dall’ente regionale Lazio Innova, la società in house della Regione Lazio, che aveva dunque stanziato il «Fondo Futuro», un fondo destinato esclusivamente alle microimprese e ai titolari di partita Iva che si trovano in situazioni di difficoltà.
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La Microcredito gestiva il fondo di Lazio Innova
L’azienda di Severoni aveva il compito di garantire il supporto nell’accesso ai finanziamenti pubblici, agevolando le pratiche, valutando l’idoneità delle richieste e predisponendo il tutto per l’erogazione finale. Ma l’occasione rende l’uomo ladro, e così, in modo diametralmente opposto, Severoni, prima di lasciare la presidenza nel dicembre 2019, si sarebbe appropriato quasi mezzo milione di euro.
L’esposto e l’inizio dell’inchiesta
L’esposto della Lazio Innova era arrivato nei primi mesi dell’anno 2020, e l’inchiesta scattata di conseguenza nel maggio dello stesso anno: la nuova presidente della Microcredito, infatti, si era accorta che Severoni avrebbe distratto centinaia di migliaia di euro dirottandoli sui conti di società sconosciute, con causali false.
Allora i magistrati contabili avevano già sottolineato che l’imputato gestiva direttamente i conti correnti della società. Stando agli aggiornamenti sul caso, Severoni avrebbe continuato a svuotarli anche dopo le sue dimissioni, quando coordinava di fatto l’azienda fino all’insediamento del nuovo Consiglio di amministrazione, nel gennaio 2020.