Roma. L’autore di uno dei più cruenti abusi su una donna, avvenuto nella Capitale negli ultimi anni, ora è fuori. Scarcerato. Fine pena. Si tratta di Simone Borgese, 40 anni, romano, colui che aveva prenotato un taxi indicando una vi periferica della città, pestando la donna che ne era alla guida e poi abusando di lei. Alla fine, per concludere, l’aveva anche rapinata prima di darsi alla fuga.
Stuprata durante il lavoro: la paura delle tassiste
Quel tremendo giorno dell’8 maggio 2015 è rimasto scolpito nella memoria di tutte le donne tassiste della Capitale: un episodio cruento, brutale, come pochi. La sua vittima fu una 43enne che in quel momento stava regolarmente svolgendo il suo lavoro sul proprio taxi.
La fuga di Borgese, all’epoca dei fatti, fu breve: dopo 48 ore gli agenti della squadra mobile l’avevano preso. Inchiodato di fronte alle sue responsabilità. Un’indagine minuziosa, coordinata dal pm Eugenio Albamonte, aveva portato alla conclusione del caso. Infine, nei due gradi di giudizio, il 40enne era stato condannato per sette anni e mezzo. Poi, pochi mesi fa, è stato scarcerato, precisamente il 10 novembre scorso.
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Scarcerato, ora torna in libertà
Così, Borgese ha pagato il suo conto con la giustizia, forse davvero poco salato, a fronte dell’enorme ferita lasciata nel corpo e nell’animo della sua vittima, così come all’interno di tutto il mondo delle tassiste romane. In quei giorni di scalpore si aprì anche un forte e necessario dibattito sul come rendere questo mestiere, così complicato e duro, più sicuro soprattutto per le donne. Di fatto, la sua vittima, la donna 43enne abusata da Borgese, da quel giorno, ha cambiato città e lavoro. Ha chiuso, definitivamente, con il mondo delle auto bianche.
La tremenda dinamica di quell’8 maggio 2015
Aggressione, stupro e rapina
Le parole di Borgese agli inquirenti
Come conferma anche Repubblica, successivamente Borgese aveva ammesso le sue colpe davanti agli investigatori. Aveva 34 anni all’epoca, e si era più volte definito pentito. Non riuscì mai a spiegare cosa innescò il suo raptus, dichiarò: “Stavo aspettando l’autobus che non arrivava. Ho visto quel taxi e l’ho fermato. Volevo tornare a casa. Non so cosa mi sia preso. È stato un raptus”.