Britannia. Non è una novità che nell’antica Roma i simboli fallici fossero piuttosto diffusi (oggi no?). E questo non solamente per ragioni squisitamente fruediane: in base alla cultura dell’epoca avevano il potere di tenere lontani gli spiriti maligni, rappresentavano la fertilità e in generale erano considerati dei validi portafortuna.
Il fallo gigante scoperto in Gran Bretagna
Dunque, non è raro ritrovarseli un po’ ovunque, scolpiti su di una moltitudine di oggetti qua e là, dalle mura agli utensili di uso quotidiano, gioielli per bambini compresi. I falli erano simboli con valenza positiva e magica, da esporre con orgoglio anche in casa. Tuttavia, non sempre e non solo. Il significato del fallo nell’età classica romana non si riduceva a un buon augurio. Come anche oggi, del resto, era uno strumenti di ”offesa”, come dimostra una straordinaria roccia scolpita scoperta nei pressi del Vallo di Adriano, nel Regno Unito.
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Un insulto originale, ma poi non così tanto..
In questo curioso e particolare caso, infatti, il fallo, scolpito con cura e dovizia su pietra, era stato impiegato per inveire contro una persona, di cui sappiamo anche il nome, anche questo scolpito a chiare lettere (Apertis Verbis! per rimanere in tema). Il soggetto a cui era rivolta l’offesa, si legge, era un certo “Secvndinvs Cacor”, che nel nostro idioma moderno potrebbe essere tradotto più o meno come “Secundinus lo stro*zo”, secondo gli archeologi.
Secondino lo ”stronzo”
Il pene scolpito, di dimensioni notevoli, e l’insulto nel caso specifico, avevano in questo specifico caso, chiaramente lo scopo di offendere e schernire questo Secundinus agli occhi di tutti, che evidentemente non andava proprio a genio all’autore dell’opera. Di certo non si trattava di un complimento alle sue prestazioni sessuali o alla sua ”dotazione” come potrebbe fraintendere chi non conosce il latino.
Ad ogni modo, non si tratta di un reperto volgare, né di un qualcosa di poco conto: proprio la sua natura di messaggio sociale, intriso di sentimento umano (seppur negativo), lo rende particolarmente straordinario ai nostri occhi, circa 1.700 anni dopo la sua realizzazione.
Il luogo della scoperta: un po’ di storia
Il reperto, dallo straordinario valore archeologico, lo hanno scoperto i ricercatori sul campo nei pressi del forte di Vindolanda, un base militare romana sita a un paio di chilometri dal maestoso Vallo di Adriano. Si trattava di una imponente fortificazione in pietra, costruita in Britannia dall’imperatore romano Adriano. Per chi ricorda qualche pagina di storia, in pratica era il confine dell’Impero Romano nell’attuale territorio della Gran Bretagna. Oggi è un patrimonio mondiale dell’Umanità UNESCO.
La foto della scultura
Ecco uno scatto della scultura fallica, fatto sul posto dai ricercatori, qualche ora dopo il ritrovamento vicino al forte di Vindolanda: