Non si può dire che l’Italia non sia unita e coesa. Infatti, ieri quasi l’80% degli italiani hanno fatto tutti la stessa scelta. Quella di non non votare al referendum. E questa percentuale sarebbe stata molto più alta se, insieme al referendum sulla giustizia, non ci fossero state le elezioni amministrative. Infatti gran parte dei voti sono stati dati da quegli elettori che si sono recati alle urne per scegliere sindaco e consiglio comunale e, mentre che erano nella cabina, hanno anche risposto ai quesiti referendari.
Ma, dovendo solo rispondere a questi ultimi, le urne sono rimaste deserte ovunque. Da nord a sud le stesse scene. Nei 7.903 Comuni in cui si è votato per decidere sui cinque referendum abrogativi sulla Giustizia, promossi da Lega e Radicali, non si è raggiunto il previsto quorum del 50% più uno degli elettori, necessario per validare il referendum. L’affluenza si è infatti fermata al 20,90% dell’elettorato.
Affluenza sotto ogni aspettativa
E la Lega, promotrice del referendum, già ieri sera ha inviato un messaggio per ringraziare gli elettori. Nel messaggio viene ammessa tra le righe e in netto anticipo, la sconfitta: “La Lega ringrazia milioni di italiani che hanno votato o voteranno nonostante un solo giorno con le urne aperte, il silenzio di troppi media e politici, il weekend estivo e il vergognoso caos seggi visto per esempio a Palermo“. Il partito di Salvini fa riferimento a quanto successo nel capoluogo siciliano, dove alle 7 del mattino, ora in cui i seggi dovevano aprire, in almeno 50 mancavano i presidenti di sezione. “Grazie ai 10 milioni di italiani che hanno scelto di votare per cambiare la Giustizia. È nostro dovere continuare a far sentire la loro voce!”, ha detto Salvini dopo le polemiche di Palermo.
Referendum Giustizia, i risultati
Come spiegato all’inizio, il risultato è nullo. I dati sono ormai completi, con tutti i Comuni scrutinati. La Figura è la regione con la più alta percentuale di affluenza (28,20%), mentre il Trentino Alto Adige quella con la più bassa (13,04%).
La media nazionale per ogni quesito è la seguente: Quesito 1 (incandidabilità dopo condanna, cioè abolizione della legge Severino): 20,95%; Quesito 2 (limitazione misure cautelari, come carcerazione preventiva o domiciliari): 20,93%; Quesito 3 (separazione funzioni dei magistrati, cioè stop alle cosiddette ‘porte girevoli’ nella magistratura): 20,93%; Quesito 4 (membri laici consigli giudiziari, cioè valutazione dei magistrati da parte di avvocati e professori universitari): 20,92%; Quesito 5 (elezioni componenti togati CSM): 20,92%.
Cosa ha prevalso
Anche se il referendum non è valido, dallo scrutinio è emerso che, per tutti e cinque i referendum i votanti hanno scelto per il “sì”, ovvero per l’abrogazione delle norme in vigore.