Roma. Non accenna a fermarsi — nonostante il caldo torrido degli ultimi giorni — il flusso di iniziative che si succedono sul fronte dell’ambiente e degli animali.
Ne è un esempio tangibile la questione dei cinghiali. Infatti, nel corso delle ultime settimane, il pericolo della peste suina ha fatto scattare un vero e proprio allarme nella Capitale, arrivando persino ad adottare la strada, come si ricorderà, degli abbattimenti selettivi degli stessi.
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Proteste contro la mattanza dei cinghiali: una peculiare iniziativa
L’ultima iniziativa ha preso il via questa mattina ed è partita da singoli cittadini — come ci tengono a sottolineare Daniela e Denise, organizzatrici della peculiare manifestazione — e non da rappresentanti di associazioni o gruppi politici.
‘Il nostro intento — spiegano le promotrici dell’evento, il terzo in una settimana — era quello di raggiungere più persone possibili in maniera semplice ma d’effetto, con cartelloni, striscioni, scritte o disegni realizzati dai bambini’.
L’iniziativa si focalizza in modo particolare sulla fauna selvatica, con un occhio di riguardo agli ungulati. Tutto il materiale sarà esposto, in segno di protesta, non solo a Genova — da dove parte l’idea — e a Roma, dove ha subito attecchito ma anche simultaneamente in diverse città d’Italia da nord a sud (Novara, Alessandria, Rovigo, Milano, Brescia, Trento, Lucca, Siena, Pesaro, Messina Cosenza e Taranto); allo stesso orario e nello stesso giorno.
Il commento delle promotrici dell’iniziativa
‘Questo progetto nasce per contrastare la scandalosa guerra scatenata contro i cinghiali, nonostante gli innumerevoli studi scientifici stiano ampliamente dimostrando che gli abbattimenti non sono la soluzione ma la causa scatenante della proliferazione dei cinghiali (Dott.ssa Giovanna Massei, Prof. Andrea Mazzatenta, giusto per citarne alcuni)‘, spiegano le promotrici dell’iniziativa che poi aggiungono: ‘si continua ad affidare la gestione della fauna selvatica alla pratica venatoria, rivelatasi fallimentare sotto molti aspetti’.
‘Politici, agricoltori e cacciatori stanno mettendo in atto un vero e proprio terrorismo mediatico – denunciano ancora Daniela e Denise – volto unicamente a diffondere odio, attraverso una comunicazione fuorviante che in alcun modo può essere tollerata’.
‘Descrivere i cinghiali come mostri e non raccontare tutta la verità che si cela nel mondo filo-venatorio, è ormai inammissibile, insistere con gli abbattimenti è quanto meno azzardato quando questi possono essere sostituiti da pratiche non cruente come l’immunocontraccezione. Ma si preferisce favorire una minoranza unicamente per l’enorme giro d’affari della filiera della carne’, tuonano Daniela e Denise.
Come arginare l’epidemia senza uccidere gli animali
Secondo le due volontarie la Peste Suina Africana in Liguria come nel Lazio, avrebbe potuto essere arginata avvalendosi di recinzioni, rispettando le norme igienico -sanitarie negli allevamenti di suini e provvedendo ad una corretta gestione dei rifiuti urbani.
Gli stessi cacciatori praticano l’eviscerazione del capo abbattuto sul posto, la caccia in braccata e a girata favoriscono l’espandersi della PSA; tant’è che in alcune zone la pratica venatoria è stata vietata proprio per evitare il diffondersi dell’epidemia.
‘In tutti questi anni non si è pensato minimamente ad apportare metodologie atte ad arginare il vero problema, e la colpa non può e non deve ricadere sugli animali’, concludono le attiviste.
Le grandi città italiane sono letteralmente sommerse dalla spazzatura ed è ovvio che i rifiuti urbani hanno funzione attrattiva per gli animali selvatici, cinghiali in primis.
Nella normalità, se non ci fosse l’intromissione antropica, le famiglie dei cinghiali sarebbero meno numerose, e sicuramente tutto questo squilibrio non ci sarebbe stato.
Per questo gli animalisti di tutta Italia chiedono a gran voce la modifica urgente della LEGGE 157/92 che prevede allo stato attuale troppe deroghe a favore dei cacciatori e delle aziende faunistico venatorie.
Rosanna Sabella