La scoperta di un nuovo coronavirus viene dalla Svezia. Il virus di Grimso, un Betacoronavirus già presente tra i roditori e i pipistrelli, si è diffuso tra le arvicole rossastre. Non si conosce ancora la pericolosità per gli esseri umani, ma gli esperti fanno sapere che è meglio mantenere la soglia dell’attenzione alta e che bisogna rafforzare la sorveglianza dei virus portati dalla fauna selvatica. In particolare da quegli animali che vivono più a stretto contatto con l’uomo.
Virus di Grimso, cos’è il nuovo coronavirus di origine animale
Gli animali su cui è stato rilevato questo nuovo virus sono dei roditori chiamati arvicole. Questi sono tra i roditori più comuni in Europa e i loro percorsi si incrociano spesso con quelli della nostra specie. Le arvicole sono spesso portatori del Virus Puumala, il quale causa una febbre emorragica nota come nefropatia epidemica negli esseri umani.
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Gli studi condotti
I ricercatori svedesi, tra il 2015 e il 2017, hanno esaminato 450 arvicole rossastre provenienti dalla località di Grimso, somministrando anche test per i coronavirus. Il 3,4% del campione ospitava un nuovo Betacoronavirus, tipologia alla quale appartiene anche il Sars-CoV-2 che circola sia nei roditori che nei pipistrelli.
Nel corso degli anni gli autori degli studi hanno identificato diversi ceppi virali strettamente collegati al virus di Grimso tra le arvicole di Francia, Germania e Polonia. Questo suggerisce che questi roditori possano essere portatori naturali del virus. Come se non bastasse tutto quello che già stiamo vivendo!