La pace passa attraverso l’amore per gli animali. È pronto a scommetterlo, Andrea Cisternino, nato a Roma, comasco di adozione. È rientrato ieri pomeriggio dall’Ucraina, Paese martoriato dalla guerra che da oltre 100 giorni mette a dura prova il coraggio e la forza di andare avanti dei sopravvissuti, nonostante tutto.
Lui quella forza l’ha trovata proprio nei 400 esemplari ospiti della sua Fondazione, il Rifugio Kj2, creato con sacrificio e abnegazione 8 anni fa, alla periferia di Kiev. Gli abbiamo rivolto alcune domande alle quali ha risposto volentieri, con la semplicità che lo contraddistingue.
Che cosa significa per un attivista lavorare sotto le bombe?
“Significa andare incontro a continui pericoli e rischi di ogni genere – spiega – Abbiamo messo in sicurezza dei cani che i proprietari in fuga avevano lasciato legati alla catena. Altri sono riusciti a superare la recinzione scavando nel terreno per il terrore. Abbiamo salvato dei gatti anche. E dei cavalli”.
Ha mai avuto momenti di vera disperazione?
I momenti di disperazione, certo, non sono mancati. In un paio di occasioni ho tentennato molto e sono stato per qualche istante tentato di accettare le offerte che mi arrivavano dall’Italia di farmi venire a prendere con delle operazioni militari. Ma guardavo gli animali e i loro occhi mi dicevano: resta, non ci abbandonare. Hai paura… paura sempre. Le giornate diventano lunghe, le notti interminabili in quelle circostanze. Ma dovevo cercare di farmi forza per dare coraggio anche ai miei volontari.
E quali sono stati i momenti peggiori?
I momenti peggiori? Quando sono passati i caccia, quando abbiamo subito i primi attacchi. La prima vera invasione l’abbiamo subita noi quando sono arrivati ben 58 elicotteri e i caccia, quando sparavano vicino al rifugio, quando per pura casualità un aereo colpito dall’aviazione russa non è precipitato proprio sopra di noi.
E i momenti più felici?
Sicuramente quando sono arrivati gli aiuti dall’Italia grazie all’instancabile lavoro dell’ Enpa e del mio comitato, abbiamo finalmente potuto approvvigionarci dopo che il convoglio era rimasto bloccato per giorni. Stentavo a crederci. Il 2 aprile se ne sono andati i russi e i volontari sono riusciti ad entrare, scavalcando la recinzione quando eravamo ormai allo stremo, isolati dal mondo intero e le scorte erano completamente esaurite. Dopo l’abbraccio dell’amico Claudio Locatelli ho capito che l’incubo era finito.
Ma il giorno più bello in assoluto – secondo Cisternino – è stato sicuramente il 31 marzo quando, mentre fuori bombardavano, la sua cavalla ha dato alla luce un puledro, una femmina battezzata con il nome di Vika (in ucraino “vittoria”) un evento dal chiaro significato simbolico, un messaggio di speranza.
Domani Andrea Cisternino presenzierà la manifestazione Rome National Animal Rights Day che si terrà in piazza Trilussa. Per non dimenticare. E per ricordare ai romani e a tutti gli umani del pianeta che gli animali sono nostri fratelli. E che la guerra – qualunque guerra – è pura follia. Una follia tutta “umana”.
Rosanna Sabella