La Leonardo SpA ha deciso di chiudere alcuni siti industriali sul territorio italiano, tra questi anche quello storico di Pomezia. “Oltre 700 lavoratori, tra ingegneri e tecnici altamente specializzati, saranno costretti a cambiare sede verso i siti Roma Tiburtina e Cisterna di Latina”. Per questo motivo, la RSU, con largo anticipo, (“esattamente il 26 Maggio”), ha chiesto i permessi per organizzare una assemblea dei lavoratori il 6 Giugno. Chiedendo inoltre la partecipazione del Sindaco di Pomezia, Adriano Zuccalà, e il vicePresidente del Consiglio Regionale, Daniele Leodori. L’obiettivo altro non era che poter esprimere il dissenso nei confronti di questa scelta, dichiarando le problematiche.
“L’azienda, a distanza di 1 settimana dalla richiesta fatta, ha rifiutato alle istituzioni il permesso di accedere al sito, pertanto la programmata assemblea del 6 giugno p.v. si tramuterà in sciopero”
Il sito di Pomezia
Come scrive Moreno Bartolomei, della Usb Fiom Leonardo Pomezia, il sito di Pomezia, tra quelli colpiti dalle chiusure, è il sito più grande “che conta oltre 700 lavoratori tra ingegneri e tecnici altamente specializzati che saranno costretti a trasferimenti di sede verso i siti di Roma Tiburtina e verso il sito di Cisterna di Latina”. Conseguenze terribili per i lavoratori che, insieme alle rappresentanze Sindacali, cercano, da mesi, di evitare che la sede giunga all’epilogo.
Qui un approfondimento: Chiusura Leonardo a Pomezia: il Sindaco oggi in audizione in Regione
“Il sito di Pomezia è il prodotto di altre ri-organizzazioni fatte negli anni precedenti e che di volta in volta hanno portato alla riduzione delle attività e degli occupati. Le radici storiche del sito di Leonardo Pomezia risalgono agli anni 60 quando a Pomezia era presente la Elmer fabbrica specializzata in apparati per radiocomunicazioni e la Selenia, la prima Azienda di elettronica sul territorio nazionale specializzata in radar, equipaggiamenti avionici e apparati speciali. In particolare alla Selenia di Pomezia si è sviluppata la conoscenza e la tecnologia per la realizzazione di equipaggiamenti avionici, conoscenze e tecnologie che negli anni sono state diffuse e trasferite anche in altri territori, consentendo così lo sviluppo di altre fabbriche di equipaggiamenti avionici. Queste due importanti realtà, Selenia e Elmer, hanno subito nel tempo riorganizzazioni, cambi di nome ed infine sono state fuse creando quella che è oggi Leonardo Pomezia”
La protesta dei lavoratori
Sempre Moreno Bartolomei, a nome di tutti i lavoratori, scrive:
“L’Azienda, cercando di dare una ragione industriale alla chiusura di Pomezia, si è arrampicata sugli specchi sostenendo che, con il trasferimento dell’ingegneria di Pomezia vicino alla produzione, che sta a Cisterna di Latina, eviterebbe che le schede elettroniche e gli apparati da riparare o rilavorare viaggino sulla via Pontina tra Pomezia e Cisterna (35 Km), riducendo così (tutto da dimostrare) tempi e costi delle lavorazioni. Stranamente, allo stesso tempo, l’Azienda non ritiene necessario questo “efficientamento” per tutti gli altri
siti di Leonardo che hanno l’ingegneria lontanissima dalla produzione.
Mantenere 21 siti costa meno che mantenere 27 siti. E questa del risparmio economico potrebbe essere la vera ragione della chiusura. Se non fosse per il fatto che, se si vuole risparmiare sui costi di gestione dei siti, dovrebbero essere chiusi quelli in affitto o da ristrutturare.”.
Nel dettaglio
“L’Azienda ha cercato inoltre di ammantare il piano con un velo green e di sostenibilità ambientale,
dichiarando che la prevista espansione del sito di Cisterna di Latina, destinato ad ospitare parte dei lavoratori di Pomezia, saranno installati una serie di pannelli fotovoltaici in modo da ridurre la cosiddetta impronta ecologica dal punto di vista energetico. Tuttavia la sola espansione del sito di Cisterna consumerà territorio vergine peggiorando l’impronta ecologica e la chiusura del sito di Pomezia costringerà 700 lavoratori tutti i giorni a fare su e giù per la via Pontina e su e giù per la via Tiburtina.
Lo sciopero
“Non riusciamo quindi a capire le ragioni di questo piano. Soprattutto, non riusciamo a capire la chiusura di Leonardo Pomezia. E perché proprio adesso, in un momento di crescita dell’Azienda”.
L’azienda avrebbe autorizzato l’assemblea dei lavoratori e l’accesso ai dirigenti sindacali come previsto dallo statuto dei lavoratori, ma “rifiuta l’accesso ai rappresentanti delle istituzioni” in quanto, secondo l’azienda, “non è stato rispettato il protocollo aziendale per invitare le istituzioni”.
“Come RSU riteniamo il comportamento aziendale uno sgarbo inqualificabile e
strumentale volto solo a contrastare in ogni modo ogni attività che potrebbe bloccare
l’assurdo piano di chiudere il sito di Pomezia”.
Tutti i dettagli
Per questo motivo, l’assemblea prevista per il 6 Giugno, si trasforma in uno sciopero di 4 ore. Precisamente dalle ore 7:45 alle ore 11:45, con presidio davanti all’entrata.