Ha prima conquistato la fiducia di un’anziano, riuscendo a farsi ospitare in casa sua, poi lo ha derubato del suo cellulare. Infine gli ha chiesto del denaro per riconsegnarglielo. Ma la “cupidigia ” della donna non si è fermata alla prima estorsione: è andata avanti, portando la vittima alla decisione di rivolgersi alla polizia.
Questo è costato alla malvivente, una donna romena di 30 anni, e al suo complice, un uomo gambiano di 25 anni, l’arresto, con l’accusa di estorsione aggravata in concorso.
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Anziano derubato e ricattato: la denuncia
La vittima, un anziano di 73 anni. Tutto è partito dalla denuncia dell’uomo fatta negli uffici di polizia del commissariato Porta Maggiore.
L’uomo ha raccontato agli agenti che, una decina di giorni prima, aveva ospitato a casa sua una conoscente romena accompagnandola poi, la mattina dopo, in macchina nel quartiere di Grotte Celoni. Arrivati quasi a destinazione la 30enne gli aveva chiesto in prestito il cellulare per fare una telefonata ma appena giunti era scesa dall’auto senza renderglielo indietro.
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L’estorsione
Qualche giorno dopo la ragazza lo aveva contattato su un’altra utenza a lei nota e aveva preteso 100 euro per la restituzione del telefono: il denaro doveva essere dato ad un barista specificando che i soldi erano per lei. Nonostante l’anziano avesse seguito tutte le indicazioni, il cellulare non gli era stato riconsegnato, anzi gli era stata fatta un’ulteriore richiesta di 100 euro e, a quel punto, aveva deciso di denunciare il fatto.
Le indagini della Polizia
D’accordo con gli investigatori ha così dato un appuntamento alla donna per il pomeriggio stesso. Seguito a vista dai poliziotti è andato nel luogo prestabilito dove ha trovato, insieme a lei, anche un ragazzo del Gambia. Quando la vittima ha consegnato i soldi alla ragazza, lei li ha dati al 25enne che ha estratto dalla tasca dei pantaloni il cellulare restituendolo al proprietario.
Il fermo
A quel punto gli agenti sono intervenuti arrestando entrambi gli indagati: gli arresti sono stati convalidati da G.I.P. presso il Tribunale di Roma che ha successivamente disposto la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla P.G.