Roma. Sono dieci gli anni di reclusione chiesti dalla Procura della Repubblica di Roma per il regista G.F., 73 anni, noto ai più anche come ”Maestro Pino”, perché accusato di violenza sessuale nei confronti di cinque aspiranti attrici. Tra queste anche minorenni e straniere, con il sogno e l’ambizione di poter comparire sullo schermo.
Violentate 5 aspiranti attrici minorenni
La scena stessa che dovevano recitare e impersonare era di per sé molto indicativa del pericolo che stavano correndo: dovevano simulare scene di stupro per un film che, in realtà, poi non è mai uscito. A riportare i fatti è il Messaggero.
La richiesta di reclusione è stata presentata proprio nella giornata di ieri, lunedì 30 maggio, dal pubblico ministero Stefano Pizza convinto che il regista 73enne avesse architettato dei finti provini per abusare sessualmente di loro. A denunciarlo, all’epoca dei fatti, erano stati alcuni suoi collaboratori stretti che si erano recati dai carabinieri di San Pietro, raccontando la loro versione dei fatti.
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I fatti secondo l’accusa
Fatti che risalgono ad un periodo compreso tra il 2011 e il 2017. Successivamente, poi, nel 2019, il regista era stato destinatario di una misura di custodia cautelare emessa dal gip, finendo direttamente agli arresti domiciliari. Erano cinque, le giovani ragazze coinvolte nei suoi piani.
In quegli anni, il pubblico ministero afferma che il regista avrebbe agito “in maniera spudorata, arrivando a violentare anche delle ragazze che non avevano mai avuto rapporti sessuali”. Il 73enne aveva architettato, secondo l’accusa, un piano accurato, in cui la finzione avrebbe rasentato a tal punto la realtà da coincidere quasi con essa.
Nel suo studio in via Aurelia avrebbe così invitato cinque giovanissime ragazze per alcuni provini. Con ognuna delle cinque ragazze si è presentato come un ‘maestro’, spiegando di essere una professionista influente nel settore.
Il sogno di diventare attrice
Di conseguenza, le giovani ragazze nutrite di sogni e ambizioni cinematografiche, si erano completamente affidate a lui, con la speranza di poter ricevere le chiavi d’accesso per quel mondo tanto agognato. Ma, una volta arrivate sul set, a tutte chiedeva di immedesimarsi nella parte di una donna drogata e vittima di stupro.
Una parte però che avrebbero impersonificato realmente, senza finzione alcuna. Così le portava nello sgabbuzzino del seminterrato e le violentava, approfittando del fatto che alcune fossero molto giovani e indifese, mentre altre straniere.