Novità in merito alla vicenda delle concessioni demaniali a Torvaianica con un nuovo capitolo che si aggiunge al già lunghissimo elenco di contenziosi in Tribunale tra il Comune e i gestori. In particolare in questi giorni è arrivata una sentenza del Giudice di Velletri che ha dato ragione all’ex titolare del ristorante Le Sfere D’Oro-La Bussola in uno dei procedimenti in corso.
Concessionario moroso per il Comune, scatta la decadenza
Quella de La Bussola del resto è una vicenda comune ad altre concessioni che, com’è noto, finirono nel 2019 oggetto della procedura di decadenza da parte del Comune di Pomezia. Nodo del contendere, tra gli altri, i canoni che i concessionari devono versare al Comune e sui quali a tutt’oggi, in molti casi, il Tar non si è ancora espresso considerando la complessità della vicenda.
«A noi erano stati richiesti canoni maggiorati fino al 3.500%», ci spiega il titolare. «Dopo anni di battaglie eravamo riusciti a riportare quanto dovuto al livelli sostenibili ma il Comune ha deciso di procedere lo stesso con le decadenze», prosegue. Di conseguenza anche il gestore de La Bussola ha perso la titolarità della concessione.
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Il Comune di Pomezia rimette a bando le concessioni
L’Amministrazione pometina, dopo aver firmato i provvedimenti di decadenza ha poi rimesso a gara le concessioni senza tuttavia aspettare le sentenze definitive, creando così ulteriori contenziosi e battaglie legali tra vecchi e nuovi gestori. Insomma un vero garbuglio burocratico che ha provocato non pochi problemi.
Sfere d’oro-La Bussola a gara
Anche La Bussola è finita a bando e la gara ha sancito così il nuovo e – in teoria – attuale gestore. Ma per arrivare alla conclusione della vicenda c’è da attendere ancora l’esito del contenzioso amministrativo al Tar che potrebbe ribaltare la situazione. O in ogni caso chiarire una volta per tutte se, sul fronte del mancato versamento dei canoni, abbiano avuto ragione i gestori oppure il Comune (che lo ricordiamo, ha agito facendo le veci dello Stato).
Custode ma occupante abusivo: il cortocircuito burocratico
Ma oltre alle procedure amministrative sono sorti tutta una serie di procedimenti paralleli. Su uno di questi i titolari hanno ottenuto il 22 maggio scorso la sentenza favorevole da parte del Tribunale.
«Dopo la decadenza i titolari delle concessioni, compreso me, nonostante il provvedimento di decadenza stesso, sono stati nominati custodi delle aree. In altre parole se fosse successo qualcosa ne avremmo risposto noi. Ebbene, nel 2021, ovvero l’anno successivo rispetto alla decisione presa dal Comune, ci è stato notificata l’occupazione abusiva dell’area per il periodo dal 10 marzo al 31 dicembre 2020, ovvero circa nove mesi».
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Lo sfratto
«In altre parole il Comune da un lato mi ha chiesto di custodire l’area, dall’altro mi ha contestato l’occupazione abusiva chiedendo una cifra di circa 109,000 euro. E così anche per il 2021, fino a quando non è intervenuta la forza pubblica e mi hanno sfrattato definitivamente», prosegue.
«Al di là dell’umiliazione subita, specie per le modalità con cui si è svolto il tutto dato che siamo stati considerati alla stregua di delinquenti, abbiamo deciso di impugnare il provvedimento. Il Tribunale di Velletri ora ci ha dato ragione, intanto per il 2020: i Giudici si sono espressi mettendo nero su bianco che in quel periodo, caratterizzato dall’emergenza Covid, il Comune non avrebbe potuto attuare il provvedimento».
Osserva infatti Tribunale: «La disciplina ha previsto la sospensione e la contestuale temporanea inefficacia dei provvedimenti inerenti il pagamento dei canoni compresi i procedimenti e i provvedimenti di riscossione coattiva, nonché di sospensione, revoca o decadenza della concessione per mancato versamento del canone».
La notifica del provvedimento da parte del Comune risale infatti al novembre 2020. Durante il termine di sospensione pertanto (dal 15 agosto 2020, data di entrata in vigore del DL 104/2020) al 15 dicembre successivo) “l’Amministrazione non avrebbe potuto adottare il provvedimento impugnato, stante l’inefficacia temporanea del provvedimento presupposto di decadenza della concessione per mancato versamento del canone e oggetto di contenzioso alla data di entrata in vigore del Decreto”.
Di conseguenza il Tribunale ha dichiarato inefficace il provvedimento del Comune. Adesso i gestori sperano che tale pronunciamento possa incidere positivamente anche dinanzi al Tar per l’iter amministrativo nella causa contro la revoca della concessione.