MANZU’: L’ARTE, IL TERRITORIO E LA MUSICA
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“La VITA di MANZU’ RACCONTATA dalla A alla Z” attraverso le idee e gli ideali che hanno animato l’UOMO e l’ARTISTA”. Parte oggi la manifestazione organizzata da Giosuè Auletta e Michele Zuccarello, in onore dei 30 anni da quando la RACCOLTA MANZU’ di ARDEA fu aperta al pubblico come museo statale (1981-2011) e dei 20 anni dalla morte di Giacomo Manzù (1991-2011). Per ricordare questi importanti anniversari ed il loro significato nella storia locale gli incontri dell’arte della memoria che si tengono ogni venerdì al Museo Manzù di Ardea dalle ore 18,30 alle ore 19,30 saranno dedicati alla conoscenza della vita straordinaria dell’artista definito il “Michelangelo del XX secolo”. Giacomo Manzù, nato a Bergamo e vissuto ad Ardea dal 1964 al 1991 è il GENIUS LOCI, lo Spirito del Luogo di un territorio che il poeta Virgilio, duemila anni fa, raccontò nell’Eneide. Conoscere Giacomo Manzù significa comprendere come abitare e radicarsi in un luogo fino a diventarne eterna/mente parte.\n\nSi comincia venerdì 4 marzo con A come ARTE/ARTIGIANO/ARDEA; Seguiranno B come BAMBINI/BERGAMO/BELLEZZA; C come CARDINALI/CHIESA; D come DANZA/DIGNITA’; E come ERBA/ETERNITA’/EREDITA’; F come FELICITA’; G come GUERRA; I come INGE/IDENTITA’; L come LUOGO/LAVORO; M come MITO/MEMORIA/MORTE; N come NATURA; O come ORIGINE; P come PACE/POVERTA’; R come RELIGIONE/RELIGIOSITA’; S come SEDIA/SACRO/SINCERITA’; T come TERRITORIO; U come UMILTA’; V come VITA/VERITA’; Z come ZIT’ NE PO LZIJ.\n\nMa al museo non ci sono solo incontri: la location del Museo è stata scelta anche per un Concerto-seminario sulla musica elettronica, a cura di Massimo Massimi. “Giacomo Manzù – spiega l’organizzatore – ci offre la possibilità di un dialogo ulteriore, quello con la propria ricerca artistica che ha più volte messo a disposizione dell’arte musicale come scenografo alla fine degli anni 60, nell’allestimento di opere di Wagner, Verdi, Debussy, Stravinsky e Petrassi, artisti che in un arco temporale di circa un secolo hanno traghettato l’arte dei suoni verso la “nuova musica”. Sembra dunque sensato più che mai proporre il museo a lui intitolato come location per esecuzioni di musica d’avanguardia, in special modo quella elettronica, ricordando che a Giacomo Manzù è stato dedicato un lavoro del grande compositore d’avanguardia Luigi Nono, “Musiche per Manzù” del 1969, un lavoro per nastro magnetico realizzato presso lo Studio di Fonologia di Milano, dunque un opera elettroacustica, testimonianza dell’influenza che il lavoro sulla materia dello scultore Manzù ha esercitato sulla riflessione teorica di uno dei più alti rappresentanti della musica del 900, nonchè del forte legame personale che anche per motivi storico politici si stabilì tra i due artisti (tale brano è stato tra l’altro proposto nell’autunno 2008 presso la Raccolta Manzù, in collaborazione con la Direzione dello Spettacolo dal Vivo del MIBAC, la Fondazione Scelsi di Roma e l’Archivio Nono di Venezia, in occasione delle celebrazioni per il centenario di nascita di Manzù)”.\n\n