Non solo la Roma-Lido. Prosegue nella Capitale l’odissea anche dei pendolari della linea C costretti quotidianamente a fare i conti con tempi di attesa lunghissimi e sovraffollamenti, senza contare i guasti e altri disservizi di vario genere. A tal punto che gli utenti sostengono che definirla “metropolitana” non sia più possibile.
Cosa sta succedendo alla Metro C a Roma
Già ad inizio mese avevamo fatto il punto sulla linea considerando gli enormi disagi riscontrati dagli utenti. E la situazione purtroppo non è migliorata, anzi. I tempi di attesa tra un treno e l’altro si sono infatti dilatati progressivamente: «Dalla frequenza di 9 minuti (inizialmente erano 11 o 12) ora siamo a 15-18, e non si capisce perché», ci racconta una pendolare che, ci spiega, era convinta di essersi lasciata alle spalle i disagi del trasporto pubblico della Provincia e di trovare una situazione migliore nella Capitale d’Italia. Macché. Con in più il paradosso che la Metro C è la più nuova, quella cioè che avrebbe dovuto azzerare disagi e disservizi. Oggi invece è tutto l’opposto.
Pochi treni e sovraffollamento
I passaggi poco frequenti dei convogli causano inevitabili “tappi” e sovraffollamenti dei vagoni. «L’affollamento è davvero spaventoso alcuni giorni. Ma ci devi entrare per forza perché sai che poi il treno successivo passerà, nella migliore delle ipotesi, solo dopo un quarto d’ora», prosegue la pendolare. La sentenza è netta: «Non si può definire una metropolitana con queste caratteristiche».
Il degrado
Ma i problemi non finiscono qui. Per quanto riguarda la pulizia e decoro, spesso è assente soprattutto negli spazi esterni. In alcune stazioni ci sono valanghe di rifiuti come per esempio a Torre Spaccata.
Senza ascensori
Sul fronte accessibilità le cose non vanno meglio. Ad oggi, come riporta Atac, le Stazioni Graniti, Finocchio, Bolognetta, Borghesiana, Fontana Candida, Torre Angela, Torrenova non sono accessibili con gli ascensori, fuori servizio per revisione. Per quanto ancora? Non è dato saperlo. E così anche per la stazione Torre Gaia, con gli ascensori interni ed esterni fuori servizio), e quella di Pantano dove oltre agli ascensori non funzionano nemmeno le scale mobili. Stesso scenario a Grotte Celoni, stazione non accessibile con ascensori e scale mobili (ascensori e scale mobili fuori servizio), mentre a Gardenie l’ascensore esterno lato Viale della Primavera è fuori servizio. Insomma, un disastro.
L’assenza dei treni
Le cause di questa situazione sembrerebbero tuttavia essere state acclarate, ovvero la mancanza effettiva di treni a disposizione. Ecco perché le stazioni assomigliano molto di più ad uno snodo di treni regionali che ad una metropolitana. Spiega a questo proposito Roberto Ricci, segretario regionale del dipartimento mobilità della dell FIT Cisl Lazio: «I numeri, da quanto ci risulta, parlano di meno della metà dei treni a disposizione in circolazione». Ovvero sei su tredici all’incirca.
Perché ci sono pochi convogli in circolazione sulla tratta C
Prosegue il Sindacalista: «Gli altri mezzi sono fermi per il collaudo dell’Asfisa, l’Agenzia Sicurezza ferroviaria. E questo causa le ripercussioni sui tempi di percorrenza». Quando chiaramente non ci si mettono ulteriori inconvenienti come guasti o altri imprevisti. Purtroppo però, da quanto si apprende, di novità in tempi brevi sembrerebbero non essercene.
La denuncia dei pendolari
Gli utenti e i passeggeri dal canto loro non si arrendono e denunciano costantemente ciò che sono costretti a subire. Anche sui social dove è nata la pagina Facebook dall’eloquente titolo “Salviamo la Metro C”. In un recente post viene fatto un primo bilancio del Governo Gualtieri su questo fronte, già bocciato per quanto succede sulla Roma Lido dato che la situazione è pressoché sempre la stessa.
«In sei mesi ancora non si sa come e quando verranno spesi gli oltre 30 milioni stanziati dallo Stato nel 2018 per l’acquisto di nuovi treni. Non c’è nemmeno una calendarizzazione dei lavori di adeguamento della stazione San Giovanni della Metro A che consentirebbero l’apertura del collegamento diretto tra le due linee e la fruibilità dell’assetto definitivo del nodo di scambio, ancora lontano a 4 anni dall’inaugurazione della stazione della C. Tutto è esattamente come 6 mesi fa, come un anno fa, come cinque anni fa. Il fatto più grave è che probabilmente l’Assessore e la Giunta non se ne sono nemmeno accorti».
Foto Salviamo la Metro C